Magninipuòdire chenon ha mai tentato di doparsi?
IL TASDI LOSANNAHA PROSCIOLTO IL NUOTATORE DALLE ACCUSE
L a carriera di FilippoMagnini è stata specchiata, come dimostrano le 54medaglie conquistate tra il 2004 e il 2017, quando ha deciso di ritirarsi, consapevole che avrebbe dovuto ingaggiare “una battaglia durissima”. Il regolamentoWada (l’agenzia antidoping mondiale) prevede lo stop anche solo in caso di tentato uso di prodotti proibiti. Filo è andato sempre al contrattacco chiedendo la prova gigante che i giudizi sportivi non hanno mai
trovato. Leintercettazioni incui è stato sorpreso a parlare di funghi o energetici non sono state ritenute sufficienti come prove dalla Corte svizzera e il pesarese ha vinto mentre in Italia aveva perso subendo 4 anni di sospensione. Tre anni di inferno trascorsi in attesa del riscatto finale. Il Tas è lo stesso che ha condannato il giorno dopo il pluriolimpionico cinese Sung
Yang a 8 anni: ovvero non guarda in faccia a nessuno. La difesa legale è stata impeccabile: ha rovesciato i sospetti del tribunale italiano dimostrando il corretto comportamento del campione. La leggerezza di una certa frequentazione ha rischiato di essere fatale anche per chi s’è sempre professato paladinoldi dellodll sportt pulito, ma Filippo ha convinto la Corte internazionale rispetto a quella italiana. Resta la lezione: attenti sempre alle leggerezze, a quei nutrizionisti che offrono soluzioni vincenti. Ma Filo ha sempre vintopulito, nonèmai risultato positivo ai controlli ed è giusto che la sua epopea venga ricordata come una delle pagine più belle del nuoto azzurro. La macchia è stata cancellata: ormai non si vede più.