Oggi

Anche di fronte allo tsunami economico e sociale del Coronaviru­s, giocare può essere utile perché aiuta a crescere. ADAREUNCAL­CIO ALLA PAURA?

- Delle paure dei bambini parliamo anche a pag.92 Maria Rita Parsi psicoterap­euta

C ome diceva Paolo Borsellino, «chi ha paura, muore ogni giorno, chi non ha paura, muore una volta sola». Allora, prima che la paura del Coronaviru­s diventi panico, bisogna imparare a “prendere a calci” la paura. E non soltanto la paura del Coronaviru­s, ma tutte le paure. E visto che gli italiani sono così appassiona­ti al gioco del pallone da mal sopportare la chiusura degli stadi a causa del Covid-19, la Fondazione Movimento Bambino Onlus ha pensato bene di creare un gioco. L’idea è stata quella di sperimenta­re un’applicazio­ne virtuale che inserisce in un pallone le forme del Coronaviru­s. Un gioco che utilizza il pallone per fare un “gol” contro le paure (non solo quella del Coronaviru­s mma anche il bullismo, iil razzismo, la ssolitudin­e, ll’esclusione, la ffrantumaz­ione della ffamiglia e il degrado ddell’ambiente ffamiliare,educativo, nnaturale e sociale) e iinduce, soprattutt­o nnei minori, l’esercizio ddella resilienza. Ovvero la capacitàpa­cità di «rifarsi dopo un danno, per poi riuscire a riorganizz­are la propria vita».

E, in più, ha un ruolo formativo per i minori, nello sviluppo della loro capacità di conoscere, ricercare, gioire, socializza­re e costruire armonicame­nte i vari aspetti della loro personalit­à. Peraltro, oltre a essere un diritto, sancito dall’art. 31 dei Diritti dell’Infanzia, il gioco, così come sosteneva Maria Montessori, «è il lavoro di crescere del bambino e ricopre una decisiva funzione nel suo sviluppo cognitivo, motorio, emotivo, sociale e nella la costruzion­e della sua personalit­à».

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