Iraniane ammesse negli stadi: ma è davvero una conquista?
LE TIFOSE, ESCLUSE PER ANNI, FESTEGGIANO. MA È UNA CONCESSIONE CON MOLTI LIMITI
Ho letto una sua rubrica in cui parlava del fatto che di recente le donne si stanno affermando da protagoniste anche in un mondo da sempre considerato “maschile” come il calcio. Proprio qualche giorno dopo, ho letto che le donne iraniane hanno finalmente ottenuto il diritto di entrare negli stadi per assistere alle partite! Sembra impossibile che esistano ancora certe realtà, eppure... Laura
Èarrivata di recente dall’Iran una notizia che ha turbato il mondo e che per gli occidentali è davvero difficile comprendere. Sahar Khodayari, giovane tifosa della squadra dell’Esteghlal, è deceduta in ospedale il 10 settembre dopo essersi data fuoco all’esterno di un tribunale. Secondo le notizie di stampa, Sahar Khodayari era stata fermata nel mese di marzo allo stadio Azadi di Teheran: si era travestita da uomo per assistere alla partita della sua squadra e adesso rischiava una condanna a sei mesi di carcere. L’episodio ha spinto la Fifa a esercitare pressioni su Teheran per eliminare il divieto che impedisce alledonnedi entrarenegli stadi e che risale a 40anni fa. Dal 1979 le donne iraniane erano infatti costrette a guardare le partite solo da casa o nei bar. La polizia religiosa voleva “preservarle” da contatti con uomini non parenti, dal linguaggio volgare dei tifosi e dalla vista delle gambe nude dei calciatori. Il 10 ottobre scorso, finalmente, la svolta: in occasione della partita tra le Nazionali di Iran e Cambogia (valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2022 in Qatar) le donne sono state ammesse allo stadio.
Sembrerebbe una conquista, dopo anni e anni di esclusione, e probabilmente lo è. Ma non si può non tener conto del fatto che, se non avesse rivisto la sua posizione, l’Iran (unico Paese al mondo in cui le donne
non potevano entrare negli stadi) rischiavadi essereesclusodai Mondiali; in secondo luogo, il divieto è stato revocato solo in occasione delle partite della Nazionale, mentre permane per le partite delle squadre locali. Infine, dei 78 mila posti disponibili allo stadio Azadi, solo 3 mila - concentrati in un settore rigorosamente riservato - erano stati messi a disposizione delle donne (secondo il ministro dello Sport, MasoudSoltanifar, nello stadio sono stati creati anche ingressi riservati - oltre alle toilette separate - ed è stato aumentato il numero degli agenti in servizio per permettere alle tifose di entrare e uscire dallo stadio in sicurezza). Comunque sia, le iraniane, felici e fiere, hanno incoraggiato i loro beniamini agitando bandiere, sfoggiando magliette, cappelli e visi dipinti con i colori della squadra. Ed è stato bello il gesto del capitano Masoud Shojaei, che alla fine dell’incontro ha guidato i compagni davanti alla tribuna riservata alle spettatrici per applaudirle.
Secondo il presidente della Fifa, Gianni Infantino, questa partita ha segnato la tappa di un progresso; ci auguriamo che la prossima tappa sia l’abolizione totale del divieto: l’emancipazione delle donne passa anche attraverso il raggiungimento di questi traguardi.