COMMENTI SUL CORPO ALTRUI? SOLO CONTATTO E AFFETTO
Cara Michelle,
Elodie ha raccontato di essersi arrabbiata con Marco Masini perché le ha ripetuto più volte di essere troppomagra, e per lei è un argomento delicato. È stata pronunciata l’espressione body shaming, che si usa quando qualcuno viene denigrato per l’aspetto fisico. Mi chiedo quale sia il confine tra un commento fuori luogo, e un’azione del genere...
Carola
Cara Carola, al di là del caso specifico (qualcuno si è preoccupato di ascoltare la versione di Marco Masini?), ni?), la tua lettera mi dà lo spunto per parlare di un argomento molto at ttuale. Purtroppo, in italianoo mi sembra che non esista un’eespressione efficace come bod dy shaming per indicare il commportamento di chi giuddica il corpo degli altri, deri-d dendoli o attaccanddoli per le loro caratteristi
che fisiche: in certi casi ho l’impressione c che usare una parolastraaniera finisca per attenuaare la gravità di un comportamento. Seproviamoaa dirlo in italiano, “far vergoognare qualcuno per il proprio corpo” suona persino piùp meschino e ingiusto did body shaming. Anche le persone apparentemente più sicure di sé hanno delle fraggilità e a volte le allusioni posssono ferire come e più di un attacco esplicito, senza co ontare che persino magrezzza e altezza (due carattteristiche apparentemente desiderabili) possoono costituire un problema: a riprova del fatt to che le fragilità riguar--dano non solo problemi oggettivi, ma anche l’idea che di noi stessi ci siamofatti. Oltretutto, se moltedonne pensanodi non essere mai abbastanza magre, ce ne sono altre che non sono affatto contente di sentirsi dire “come sei dimagrita!”: magari il dimagrimento è dovuto a un problema di salute o a un dispiacere di cui non hanno voglia di parlare. Anche per questo, perché non possiamo mai sapere cosa succede nella mente e nel cuore degli altri, bisognerebbe evitare commenti sul corpo degli altri, anche quando si è in buona fede, convinti di parlare per il loro bene. Il confine tra l’indelicatezza e il body shaming può diventare sottile, dunque nel dubbdubbio sarebbe meglio tenersene il più lontano possibile; e - se proprio p si sente la necessità o iil doveredi invitare qualcuno a preoccuparsi del proprio asppetto fisico (penso per esemppio a un genitore in ansiaa) - bisognerebbe usare ttatto e affetto.
Ad alcuuni personaggi dello spetttacolo è capitato di esseere attaccati senza pietà pper difetti fisici veri opresunti attraverso i social neetwork: i cosiddetti “leonni da tastiera”, quelli che nascondendosi diettro l’anonimato di un computer pensano di poter dire qualsiasi cattiveria, sono sempre in agguato. Il punto è che nessuno è peerfetto e che il fascino è fatto anche dalle imperfeezioni: bisognerebbe riuscire ad accettarsi e a valoorizzarsi (emi riferisco alla personalità nel suo complesso, non solo al corppo), senza pretendere di uniformarsi a un presuntto ideale assoluto, che peraaltro non esiste.