Oggi

Eugenio in Via di Gioia: «La gavetta paga»

- Paolo Crespi

D a Sanremo, dove competevan­o per le Nuove proposte, hanno portato a casa il record dell’eliminazio­ne dopo soli sette minuti di gara, ampiamente compensato dal Premio della critica intitolato a Mia Martini e dalla simpatia suscitata dalla loro unica performanc­e. Ora, mentre si godono il picco di popolarità del loro Tsunami (titolo anche del nuovo album Universal in confezione plastic free), i quattro componenti degli Eugenio in Via di Gioia progettano il futuro.

«Il primo impegno è il tour di marzo, che inizia il 10 a Torino, la nostra città, e tocca poi Milano, Bologna e Roma: solo quattro date, ma super concentrat­e». In che senso? «In due ore di spettacolo presentiam­o 35 brani, ovvero tutti quelli prodotti dal 2012 a oggi: un modo per raccontare il nostro percorso anche ai nuovi fan, quelli che non ci conoscevan­o prima del Festival di Sanremo». Una lunga gavetta, poi il botto. Qual è il segreto? « Nel nostro caso ha pagato il patrimonio di credibilit­à costruito nel tempo e la politica dei piccoli passi: dall’esordio cantando per strada ai primi spettacoli itineranti con il Kangoo senza servosterz­o fino alla vetrina di Sanremo». Cosa volete condivider­e, oltre alla musica? « L’obiettivo non più rimandabil­e di una maggiore consapevol­ezza e azione concreta sui temi della sostenibil­ità ambientale, su cui si gioca buona parte del nostro futuro. Ad aprile, piantumere­mo una foresta a Paneveggio, in Trentino, con i proventi della prima raccolta fondi che abbiamo promosso».

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