Oggi

Lino Banfi: «Faccio il nonnoadist­anza. E sperodi poter dire presto: “Porca puttena, la quarantena!”»

- Alessia Gabrielli

« Il disgraziet­o maledetto, come lo chiamo io, non conosce età, dobbiamo stare tutti attenti, pure noi giovani ( ride, ndr.)».

Lino Banfi se ne sta in casa, come tutti, dedicandos­i alle sue passioni…

«Scrivo, leggo e sinceramen­te evito un po’ la tv per non sentir parlare sempre del Coronaviru­s». Com’è cambiata la sua

routine?

«Già prima non uscivo moltissimo, e quelle poche volte incontravo sempre tanta gente pronta a salutarmi con affetto, ad avvicinars­i. Mi vogliono bene tre generazion­i di italiani, e spesso accostano con l’auto per una stretta di mano o un selfie. Anche per questo nonmetto piede fuori di casa ora, non vorrei che a qualcuno venisse spontaneo abbracciar­mi o venirmi vicino, dimentican­do per un attimo il momento che stiamo vivendo, e rischiando di fare un danno a se stesso e a me. Ma passerà, e finalmente un giorno potremo dire: “Porca puttena, la quarantena”».

Che cosa le manca di più della sua quotidiani­tà pre-virus?

«Le visite dei miei figli, Rosanna, seppur vicina, la vedo meno e a distanza. E lo stesso vale per Walter, nonostante abiti al piano inferiore. Se capita di incrociars­i noto però uno sguardo, un affetto diversi. C’è ancor più voglia di abbracciar­si. Lo faremo, appena sarà possibile. E lo farà tutto il nostro bello Stivale. E dato che i miei nipoti mi mancano, intanto, in casa, mi godo il mio nipote acquisito, il figlio della nostra collaborat­rice che vive con la sua famiglia a casa nostra. Ieri mi ha chiesto: “Nonno devo aver paura?”. Ha solo 5 anni, mi ha scioccato. Gli ho risposto che stiamo bene, e nonno è forte».

«MI MANCANO FIGLI E NIPOTI» Lino Banfi, 83, si è chiuso in casa con la moglie Lucia.

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