Attenti, a Milano lo spaccio continua
«AI RAGAZZICHEUSANO DROGHE VOGLIO DIRE: È ILMOMENTODI DIREBASTA », TUONA ILPRETE. « QUESTA TRAGEDIA DEVE FAR RIFLETTERE ANCHE VOI »
Stiamo vivendo un disastro sanitario senza precedenti, ogni giorno ci confrontiamo col rischio reale di morire eppure a Milano continua indisturbato il traffico della droga. Gli affari sporchi proliferano più che mai», racconta don Antonio Mazzi, un prete che ha dedicato tutta la vita ad aiutare gli ultimi, gli esclusi, i ragazzi ai margini perché tossicodipendenti. «Sonomolto preoccupato», dice, «perchémentre le autorità lanciano continui moniti per proteggere la nostra salute, nei parchi aperti e nei giardini di Milano si continua a spacciare come nulla fosse e, anzi, alcuni dei ragazzi che si appoggiano alle cinque comunità che abbiamo nei dintorni di Milano e al centro di ascolto in Stazione Centrale, ci hanno raccontato che gli affari per gli spacciatori vanno meglio di prima», spiega don Antonio.
Colpa della solitudine? Della disperazione? Dell’ansia per la situazione? Della quotidianità saltata per aria? Sia come sia, don Mazzi sente la necessità di parlare ai giovani, «ai miei ragazzi», come li chiama lui. «Mi rivolgo a loro come se fossi un amico, un padre. Voglio lanciare un appello forte ai ventenni e trentenni che continuano ad avvelenarsi con le droghe: quello che sta succedendo intorno a noi è un dramma che deve servire a far riflettere. Avete “giocato” con le vostre vite usando sostanze tossiche, adesso non è più il tempo. La morte è lì, dietro l’angolo, e dovete prenderne coscienza anche voi. Avete in mano la possibilità di salvarvi, di chiedere aiuto, di venire da noi o da chiunque sia preparato a guidarvi fuori dal tunnel della droga. È l’occasione giusta per farlo. È finito il tempo dello sballo per divertimento. Quel divertimento uccide. E ora uccide anche gli altri, non soltanto voi stessi», tuona don Mazzi scosso. «I nostri telefoni squillano di continuo. Ci chiamano madri disperate perché non sanno come fermare i figli e perché gli ingressi in comunità sono bloccati. Noi ascoltiamo tutti perché in questo momento anche solo una parola di conforto, un consiglio, può dare speranza», ricorda questo prete indomito che a 90 anni non desiste dalla sua missione: recuperare gli irrecuperabili.
«Mi spaventa che nonostante tutti i controlli delle Forze dell’ordine al parchetto di Rogoredo come in alcuni giardini e piazze, la sera ci sia il via vai di sempre. Non parlo solo di droghe pesanti, parlo anche a quei ragazzi, e molti sono minorenni, che usano hashish e marijuana come passatempo. Questa tragedia è l’occasione per rivoluzionare la vostra esistenza. Fermatevi!
«Sarebbe bello se venisse lanciata subito una campagna di sensibilizzazione contro l’uso delle sostanze: mi piacerebbe che non venissero dimenticati i tossicodipendenti. Attenzione, non sto criticando il governo, non è il momento delle polemiche. Vorrei solo che non venisse abbandonato chi ha bisogno di aiuto, come i giovani che devono arrivare in comunità. Lasciate che possano entrare in Lombardia se stanno bene. Aiutiamo chi ha bisogno, non lasciamo campo libero agli spacciatori, non lasciamo i nostri ragazzi nelle loro mani».