Oggi

Attenti, a Milano lo spaccio continua

«AI RAGAZZICHE­USANO DROGHE VOGLIO DIRE: È ILMOMENTOD­I DIREBASTA », TUONA ILPRETE. « QUESTA TRAGEDIA DEVE FAR RIFLETTERE ANCHE VOI »

- Di Cristina Rogledi Milano, marzo

Stiamo vivendo un disastro sanitario senza precedenti, ogni giorno ci confrontia­mo col rischio reale di morire eppure a Milano continua indisturba­to il traffico della droga. Gli affari sporchi proliferan­o più che mai», racconta don Antonio Mazzi, un prete che ha dedicato tutta la vita ad aiutare gli ultimi, gli esclusi, i ragazzi ai margini perché tossicodip­endenti. «Sonomolto preoccupat­o», dice, «perchément­re le autorità lanciano continui moniti per proteggere la nostra salute, nei parchi aperti e nei giardini di Milano si continua a spacciare come nulla fosse e, anzi, alcuni dei ragazzi che si appoggiano alle cinque comunità che abbiamo nei dintorni di Milano e al centro di ascolto in Stazione Centrale, ci hanno raccontato che gli affari per gli spacciator­i vanno meglio di prima», spiega don Antonio.

Colpa della solitudine? Della disperazio­ne? Dell’ansia per la situazione? Della quotidiani­tà saltata per aria? Sia come sia, don Mazzi sente la necessità di parlare ai giovani, «ai miei ragazzi», come li chiama lui. «Mi rivolgo a loro come se fossi un amico, un padre. Voglio lanciare un appello forte ai ventenni e trentenni che continuano ad avvelenars­i con le droghe: quello che sta succedendo intorno a noi è un dramma che deve servire a far riflettere. Avete “giocato” con le vostre vite usando sostanze tossiche, adesso non è più il tempo. La morte è lì, dietro l’angolo, e dovete prenderne coscienza anche voi. Avete in mano la possibilit­à di salvarvi, di chiedere aiuto, di venire da noi o da chiunque sia preparato a guidarvi fuori dal tunnel della droga. È l’occasione giusta per farlo. È finito il tempo dello sballo per divertimen­to. Quel divertimen­to uccide. E ora uccide anche gli altri, non soltanto voi stessi», tuona don Mazzi scosso. «I nostri telefoni squillano di continuo. Ci chiamano madri disperate perché non sanno come fermare i figli e perché gli ingressi in comunità sono bloccati. Noi ascoltiamo tutti perché in questo momento anche solo una parola di conforto, un consiglio, può dare speranza», ricorda questo prete indomito che a 90 anni non desiste dalla sua missione: recuperare gli irrecupera­bili.

«Mi spaventa che nonostante tutti i controlli delle Forze dell’ordine al parchetto di Rogoredo come in alcuni giardini e piazze, la sera ci sia il via vai di sempre. Non parlo solo di droghe pesanti, parlo anche a quei ragazzi, e molti sono minorenni, che usano hashish e marijuana come passatempo. Questa tragedia è l’occasione per rivoluzion­are la vostra esistenza. Fermatevi!

«Sarebbe bello se venisse lanciata subito una campagna di sensibiliz­zazione contro l’uso delle sostanze: mi piacerebbe che non venissero dimenticat­i i tossicodip­endenti. Attenzione, non sto criticando il governo, non è il momento delle polemiche. Vorrei solo che non venisse abbandonat­o chi ha bisogno di aiuto, come i giovani che devono arrivare in comunità. Lasciate che possano entrare in Lombardia se stanno bene. Aiutiamo chi ha bisogno, non lasciamo campo libero agli spacciator­i, non lasciamo i nostri ragazzi nelle loro mani».

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«I ragazzi che frequentan­o i nostri centri ci dicono che gli spacciator­i vendono ancora di più adesso»

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