Oggi

Noi e il virus Quattro racconti tra difficoltà e speranza di F. Tinelli e G. Fumagalli

LA STUDENTESS­A IN QUARANTENA A SINGAPORE, IL FIGLI OCHE HA PERSO I GENITORI, IL PAPÀ DI E LUANA ENGL ARO RIMASTO SOLO, IL VIGILE DELL’ISOLA SENZA UN OSPEDALE. ECCO QUATTRO ESPERIENZE DIFFICILI( MAGLI ITALIANI NON SMETTONO DISPERARE)

- di Giuseppe Fumagalli e Fiamma Tinelli

Michela, la compagna di BeppinoEng­laro, che può sentire il suo amore solo per telefono perché sono rimasti bloccati in due Regioni diverse. Asia, la ventunenne italiana che studia a 10 mila km da casa e che è finita inquarante­na a Singapore. Luca, il figlio che nel Bergamasco ha perso entrambi i genitori in una mattinata, senza neanche poterli salutare. Il Coronaviru­s ci ha investiti tutti, come un treno in corsa. Ma dietro ai dati e ai numeri diffusi dai Tg, l’emergenza è fatta di storie vere, racconti di gente comune che ogni giorno affronta le conseguenz­e della pandemia. Eppure, anche se scossa da paura e divieti, l’Italia si stringe come può. Ce ne accorgiamo anche solo aprendo la finestra, con l’inno di Mameli che risuona dal salotto della vicina del terzo

piano, l’applauso di strada per medici e infermieri, lemille lucine accese degli smartphone. «Non c’è niente che riesca a unire gli italiani quanto un’emergenza: è quando più c’è bisogno che sappiamo dare ilmeglio di noi», ha detto Gennaro Arma, il comandante della nave Diamond Princess, appena uscito dal suo periodo di isolamento. Arma ha ragione: le iniziative di solidariet­à non si contano. Dalla pizzeria che a Brescia porta la cena a medici e infermieri alla compagnia teatrale che legge Rodari ai bambini per telefono, dai moltissimi cittadini che hanno appeso un cartello offrendosi di fare la spesa per gli anziani alle suore Clarisse diMilano, che dal loro convento di clausura fanno decine di telefonate al giorno per tenere compagnia a chi è solo, l’Italia dà il meglio di sé.

IL VIDEO DEI MUSICISTI

«Non vedo l’ora di tornare a sentire l’opera», ha scritto qualche giorno fa Sandra Turbian, infermiera anestesist­a in prima linea nel reparto Rianimazio­ne dell’ospedale di Vittorio Veneto, nel Trevigiano. Poche ore dopo, in diretta Facebook, i musicisti del Teatro La

Fenice di Venezia le hanno risposto prendendo in mano i loro strumenti e suonandoVe­rdi, MarcelloeB­eethoven dal salotto o dal balcone di casa, un pensiero rivolto a lei e a tutti i medici e gli infermieri d’Italia che in questi giorni stanno facendo l’impossibil­e. Nel video, dietro a Piergiusep­peDoldi, prima tromba della Fenice, si scorge una mattonella colorata da un bambino. C’è un arcobaleno. E una scritta: andrà tutto bene.

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