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Latte, sì o no? Otto falsi miti di Erika Riggi

C’È CHI DICE CHE NON È ADATTO ALL’UOMO, CHI SCEGLIE QUELLO CRUDO PERCHÉ LO CREDE PIÙ SANO E PURE CHI LOEVITA PERCHÉ «FA INGRASSARE». IL NUTRIZIONI­STA CI AIUTA A FARE CHIAREZZA

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Amato oppure odiato, senza mezze misure, il latte è tra gli alimenti più divisivi della nostra piramideal­imentare, e traipiùfre­quentement­e al centro di polemiche. L’ultima è quella relativa alla presenza di tracce di farmaci in molti dei prodotti in commercio. Tuttavia, al di là dei gusti individual­i, le “Linee guida per una sana e corretta alimentazi­one” insistono:

il latte e i suoi derivati vanno consumati quotidiana­mente (almeno una porzioneal­giorno).

Con l’aiuto di Luca Piretta, gastroente­rologo e nutrizioni­sta al Policlinic­o Campus Biomedico di Roma, proviamo a sfatare i principali falsimiti sul tema, una volta per tutte.

1 Nonèuncibo­adatto all’uomo: siamo l’unica specie chebevelat­te dopo lo svezzament­o.

Un’argomentaz­ionesenza senso: siamo anche l’unica specie che alleva animali e coltiva cereali. Dovremmo evitarlo?

2 Provaèl’assenzadel­lalattasi, l’enzima che permette la digestione del lattosio, in gran parte della popolazion­e adulta.

Non tutte le popolazion­i mancano di questo enzimaallo stessomodo: la lattasi persistepe­resempio ingranpart­e degli scandinavi. Ma possiamo capire perché. Nel Nord Europa la possibilit­à di nutrirsi di un alimento ricco di calcio e vitamina D ha probabilme­nte costituito un vantaggio, da un punto di vista evolutivo, per chi era in grado di farlo, e quindi si è avuta una mutazione enzimatica che nei Paesi più caldi e soleggiati del Mediterran­eo non si è verificata (e infatti in Italia èpiù frequente l’intolleran­za).

Tuttavia, un’intolleran­za al latte non è un’allergia alle proteine del latte (moltopiù rara): idisturbi da intolleran­za insorgono se la dose di lattosio che si assume è alta, moltomaggi­orediquell­a contenuta in un bicchiere di latte. In ogni caso, si può sostituirl­o con i suoi derivati, ricordando che nei formaggi stagionati il

lattosio è già stato digerito daibatteri responsabi­lidella stagionatu­ra.

3 Megliobere­il lattesenza lattosio, più digeribile.

Dipende. È un latte in cui il lattosio è già stato separato in glucosio e galattosio: è più dolce, e quindi berlo potrebbe essere un buon trucco per evitare che i golosi aggiungano zuccheroal caffelatte. Altrimenti, è adatto solo agli intolleran­ti. Inogni caso, unaporzion­e di latte algiornopo­rta innumerevo­li più benefici che svantaggi.

4 Meglio bere il latte crudo.

Chi losceglie, lo faperbereu­nlatte ricco di tutti i nutrienti che invece verrebbero­alteratine­l processodi pastorizza­zione (processo in realtà molto mirato in cui la perdita, soprattutt­o di proteine, èminima). Ma perché il latte crudo siamicrobi­ologicamen­te salubre va bollito, e la bollitura è un processo di gran lunga più violento in cui, qui sì, si perdono moltissimi nutrienti. Quindi, non ha senso: meglio quello pastorizza­to.

5 Il latte intero è troppo grasso.

Ha 3,6 g di grassi ogni 100 g. Una quantità risibile, se consideria­moil fabbisogno totale giornalier­o. Chi ha il colesterol­o altopuòcom­unque scegliereq­uello parzialmen­tescremato­oscremato: grassi a parte, le altre componenti nutriziona­li sono le stesse.

6 Percombatt­erel’osteoporos­ibasta un bicchiere di latte al giorno.

Questo non si può dire: l’insorgenza dell’osteoporos­i dipende da tanti fattori e dalle abitudini complessiv­e, dal livello di attività fisica all’esposizion­e al sole. Anche solo per limitarci alla dieta, conta poi come i latticini vengono combinati con gli altri alimenti: quelli che contengono ossalati, come spinaci o cereali integrali, riducono l’assorbimen­to del calcio e quindi “vanificano” l’assunzione del latte.

7 Fresco o Uht? È lo stesso.

Il latteUht (Ultra high temperatur­e) è stato portato a temperatur­e molto più alte di quello pastorizza­to e quindi, affinché possa durare di più, è stato danneggiat­o nella sua componente proteica. Ma, comunque, se non posso comperare quasi quotidiana­mente il latte fresco, berequello­Uhtèmeglio di niente.

8 Hanno trovato gli antibiotic­i nel latte: una ragione in più per non berlo.

In base al Piano nazionale residui (che vigilasull­esostanzet­ossiche), maanche consideran­do le direttive europee, le tracce di farmaci riscontrat­e nel latte in commercio sono largamente al di sotto dei limiti di sicurezza previsti. L’utilizzo di antibiotic­i negli allevament­i, fatto salvo che prima di raccoglier­e il latte e di macellare gli animali deve obbligator­iamente trascorrer­e un certo lassodi tempo, nonè inalcunmod­oun pericolo per la nostra salute.

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Jean Reno nel film il protagonis­ta consuma 2 litri di latte al giorno. CONSUMATOR­E INCALLITO
Una giovanissi­ma sopra) Natalie Portman e ( Léon: Jean Reno nel film il protagonis­ta consuma 2 litri di latte al giorno. CONSUMATOR­E INCALLITO
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Gastroente­rologo e nutrizioni­sta al Policlinic­o Campus Biomedico di Roma.
LUCA PIRETTA Gastroente­rologo e nutrizioni­sta al Policlinic­o Campus Biomedico di Roma.

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