Oggi

«I miei genitori se ne sono andati in unamattina»

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Luca Carrara ha visto i due genitori andarsene uno dopo l’altro, nello spazio di una mattinata. La madre Severa alle 9.15. Il padre Luigi alle 11. Erano anziani ma stavano bene. Lei aveva 82 anni. Lui 86. Avevano superato nozze d’oro e di diamante. Vivevano in un borgo nella valle del Lujo, un’oasi di verde sopra Albino (Bergamo), fuori dal traffico e dalle fabbriche della valle Seriana. Dopo Nembro e Alzano, a fine febbraio il contagio è arrivato anche lì. Severa e Luigi si sono ammalati a inizio marzo. Chiusi nella loro casa di Albino (Bergamo) hanno lottato contro la febbre. Due anziani soli contro il contagio.

«Il medico condotto non c’era», dice il figlio, «il 118 non veniva». Dopo otto giorni qualcosa s’è mosso. Sono stati visitati e trasferiti in ospedale a

Bergamo. Troppo tardi. E il virus che aveva colpito Severa e Luigi, insieme da più di 60 anni, insieme se li è portati via. «Continuere­te a bisticciar­e anche lassù?», ha scritto il figlio su Facebook. «Credo di sì, ma poi finiva tutto in un abbraccio! Sarete sempre nei nostri cuori! Vi voglio bene!». Poche righe concluse con le parole che si dicono a chi se ne va: «Buon viaggio». È stato l’unico saluto che ha potuto rivolgere ai poveri genitori.

«Sono morti soli, non ho potuto vederli, salutarli, accarezzar­li, abbracciar­li», si tormenta Luca. «E anche dopo nulla. Io chiuso in casa, in quarantena con mia moglie e i miei figli, e loro al cimitero, insieme a tutti gli altri morti di questi giorni, tenuti lì in attesa di essere cremati».

SONO MORTI DA SOLI, NON HO POTUTO ACCAREZZAR­LI E SALUTARLI Luca Carrara (a sinistra) e, sopra, i suoi genitori.

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