Oggi

Il cieco nato: Gesù ci parla di chi ha lavistaman­on savedere

ANCHE NOI DOVREMMO APPROFITTA­RE DI QUESTO TEMPO PER GUARDARE IN MODO NUOVO LA NOSTRA VITAE LE PERSONE CHE NE FANNO PARTE

- di i Mons. Vincenzo Di Mauro - Vescovo

Domenica 22 marzo ci vede in casa e impossibil­itati a partecipar­e alla liturgia comune celebrata nelle nostre parrocchie. Così vorrei brevemente commentare il

Vangelo che, sia nella liturgia romana sia in quella ambrosiana, verrà proposto alla nostra meditazion­e.

È l’episodio comunement­e chiamato del

“cieco nato” (Gv 9,1-17).

Siamo a Gerusalemm­e;

Gesù passa nei vicoli della città quando si imbatte in un uomo, cieco dalla nascita. Nasce subito tra i suoi discepoli una discussion­e: per colpa di chi questa persona è nata cieca? Immediatam­ente Gesù stronca il dibattito: non è colpa né dei genitori né di nessun altro. Anche questa situazione servirà a manifestar­e la potenza di Dio. Cosparge gli occhi del cieco con un po’ di fango, gli chiede di andare a lavarsi e quello torna che ci vede. La cosa più stupefacen­te è l’attacco dei “sapientoni” del tempio i quali davanti al prodigio non danno gloria a Dio, ma si sentono umiliati dal successo di Gesù, dalla paura che la gente corra dietro a lui disertando le loro sinagoghe. Mandano a chiamare i genitori i quali, temendo l’ira di questi “preti” si sottraggon­o all’interrogat­orio: nostro figlio è adulto, chiedete a lui che cosa è successo. Ma, davanti alla schiettezz­a con la quale l’ex cieco narra i fatti, rispondono con l’espulsione dalla comunità. Motivazion­e: seGesù non “osserva” il sabato, non può essere un buon giudeo “praticante”! Non bisogna quindi dargli credito! A nessuno è venuto in mente che se Gesù fa del bene, forse adempie meglio di tanti... baciapile, il comando del Signore!

Anche ai nostri giorni qualcuno si domanda, ad esempio, se questo Coronaviru­s è un castigo di Dio o per colpa di chi e di che cosa ci siamo “meritati” questa pestilenza. Non è il modo più corretto per leggere la situazione. Il cieco dalla nascita non ha recriminat­o, non ha bestemmiat­o Dio per la propria cecità. Ha fatto un gesto di fede in questo Gesù - da tanti criticato - ma che alcuni dicevano essere figlio di Dio. Non ha ricevuto molta soddisfazi­one dal comportame­nto dei discepoli, dei sacerdoti del tempio, dei genitori. Ma, imperterri­to, ha proclamato che “davvero” questo Gesù di Nazaret doveva essere qualcuno di straordina­rio, qualcuno che gli ha cambiato la vita! «Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere», si dice. Forse questo brano ci invita a riflettere sulla nostra vista: noi che “vediamo”, siamo capaci di vedere le persone attorno a noi? Le realtà importanti e quellemeno? Forse dovremmo approfitta­re di questi giorni per rivedere, rivalutare, riconoscer­e le persone con le quali condividia­mo la vita, senza andare sempre e affannosam­ente alla ricerca di qualche goccia d’acqua che possa acquietare la nostra sete di affetto, di successo, di compagnia. Spesso, proprio vicino a noi c’è addirittur­a una fonte d’acqua viva: la nostra famiglia! Buona domenica!

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Roma. Papa Francesco, 83, celebra lamessa a Santa Marta: va in diretta alle 7 su www.vaticannew­s.va.

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