Oggi

Casa VanielloGi­orgia Trasselli ce la racconta di L. Capritti

GIORGIA TRASSELLI ERA LA TATA TELEVISIVA DI MONDAINI E VIANELLO. E QUI CI RACCONTA L’ INDIMENTIC­ABILE COPPI AEDI COME ABBIA OTTENUTO QUEL RUOLO COSÌ AMATO «Sono stati anni meraviglio­si»

- Di Lavinia Capritti

Casa Vianello con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello è la sitcom dei record (ora “a disposizio­ne” dei nostri lettori, vedi box). «Sì, è stata una esperienza meraviglio­sa», ci dice con aria nostalgica Giorgia Trasselli, 70 anni tondi, l’indimentic­ata tata della coppia più tenerament­e litigiosa del piccolo schermo. Oggi l’attrice si dedica al teatro, la sua grande passione.

Le loro celebri schermagli­e? «Guardi, i ricordi si affastella­no: Sandra aveva un caratterem­olto peperino, eramolto acuta. E poi era bravissima a leggere il gobbo, lei non sapeva nulla prima di andare in scena; lo raccontava lei stessa. A volte arrivava in studio, si sedeva sul divano e chiedeva con candore: “Raimondo, quale è la trama?”. Raimondo gliene diceva di tutti i colori, ma sempre a modo suo».

Si mostravano affettuosi sul set? «No, erano molto discreti, ma c’erano piccoli sguardi. Oppure mettevano la mano l’una sull’altra mentre si chiacchier­ava, prima di leggere il copione. Si stimavano, credo che fosse questo il segreto del loro matrimonio».

E lei, come è arrivata al ruolo? «Ricevetti una telefonata da parte del mio agente, Guidarino Guidi, lui sbagliava sempre ilmio nome: “AhGioia, devi fare un incontro con Vianello perché partirà una sitcom”. Io, all’epoca, non sapevo neanche che cosa fosse una sitcom. E lui: è una situation comedy, un po’ come I Robinson negli Usa».

E dunque?

«Vianello mi domandò quanti anni avessi. Io risposi: “Faccia lei, dai 30 ai 40”. E lui fece uno dei suoi sorrisi. Qualche tempo dopo mi chiamarono per fare un provino, quel giorno c’era pure Raimondo, che si alzò subito da gentiluomo al mio ingresso e mi diede del lei tutto il tempo».

Ha continuato a darle del “lei” anche dopo?

«Per tutto il primo anno di girato. Poi un giorno, ormai si giravaaMil­ano, gli dissi: «Signor Raimondo, buongiorno» e lui mi rispose: “Non ci davamo del tu?”. È unodei ricordipiù­belli, che lui avesse avuto questo garbo. ConSandra invece il “tu” arrivò quasi subito».

E il mitico tormentone «Che barba, che noia, che noia che barba», ricorda come è nato? «Auncerto puntoSandr­a è entratanel letto e ha cominciato a scalciare tra le risate generali. È stata una sua invenzione. La battuta, invece, nasceva dal copione di singoli episodi, non nacque come un tormentone».

Lei in tutta la serie non ha un nome, è solamente la Tata. «Vero, è verissimo, però un giorno a casa loro ho conosciuto la vera tata, non vorrei sbagliare, mi sembra che si chiamasse Concetta. Le ho detto che io ero la tata finta».

Oltre la tv lei è un’ottima attrice e una brava insegnante di dizione. Vuole confidarci chi le è capitato sotto mano?

«Vuole sapere chi è capitato sotto le mie grinfie? MartinaCol­ombari, molto brava, molto seria. Claudio Santamaria, si vedeva che aveva la stoffa ma a volte arrivava in ritardo e mi chiamava al telefono per sapere come si pronunciav­a una parola. E Paola Cortellesi: era una precisina e aveva già una buona dizione».

Torniamo a Casa Vianello: che cosa ha insegnato agli italiani? «Che esiste una tv garbata, intelligen­te ma non intellettu­aloide. Una tv non volgare. Casa Vianello ha saputo anche dare insegnamen­ti sulla vita, sulle dinamiche familiari, sull’accoglienz­a: c’erano un sacco di episodi in cui si accoglieva­no le persone più strane».

Un’ultima curiosità: ha mai pensato di non accettare il ruolo? «Mai, nessun dubbio. Quando il mio agente disse: “Hai il contratto”, io che venivo dal teatro, chiesi: “Ma come si fa a fare la tv?”. E lui, me lo ricordo ancora, mi rispose: «Non fare niente».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy