Myrta Merlino «Pur di vedere Tardelli lo incontro in farmacia» di Fiamma Tinelli
«CI DIAMO APPUNTAMENTO O PERSTRADA, CONTANTO DI MASCHERINA», SVELA LA GIORNALISTA. CHE QUI PARLADI FIGLIRIUNITI, DI UN PAPÀ CHE LE MANCA, DICOMEÈCAMBIATA EDI DOVE SCAPPERÀ, QUANDO SARÀ FINITO UNITI DA QUATTRO ANNI
MyrtaMerlino è trafelata. «Scuusi, sto tornando a casa adessso da La7, possiamo sentirci trra poco?». La mascherina appiccicata al viso («un fastidio, ma va fatto»), Myrta esce solo per andare e tornare dagli studi romani de L’aria che tira, la trasmissione che conduce ogni mattina su La7. Ad aspettarla a casa ci sono i suoi tre figli, Giulio,
Pietro e Caterina; il suo compagnoMarco Tardelli vive per conto suo («E mi manca»).
Cominciamo dai ragazzi. I suoi tre figli studiano tutti all’estero, cos’ha pensato quando è scoppiata l’emergenza?
«Che li rivolevo a casa».
Come avete fatto? Le compagnie aeree hanno cancellato voli su voli. «Con Pietro e Caterina sono stata fortunata: il weekend di ma arzo in cui Conte ha bloccato tutto ent trambi erano di passaggio a Roma. Ma a trattenerli non è stato facile, voleva ano tornare alle loro cose...».
E Giulio?
«Giulio era a Londra e continuava v a ripetermi: “Ma come faccio a partiremamma, p ho lezione, qui non hanno h chiuso nulla”. Ero preoccupa atissima, l’ho costretto ad andare in ggiro con la mascherina e i guanti, mi raccontava che nella metropolitana lo guardavano come un pazzo. Poi, qua ando l’allarme si è alzato anche in Gran Gra Bretagna, per fortuna è riuscito a rientrare».
Contenta?
«Riaverli a casa è stata la grande gioia di questo brutto momento. Io sono una mamma chioccia: li ho sempre lasciati liberima in fondo li vorrei con me».
Li mette ancora sotto a studiare cinese come quando erano piccoli? «Ma no, Caterina non l’hamai fatto, Pietro e Giulio dopo il liceo non ne hanno più voluto sapere. Peccato».
Vita ai tempi della quarantena: chi cucina?
«Io e Caterina siamo negate, ma i miei ragazzi sono dei veri chef: ieri hanno fatto gli gnoc
chi, l’altro giorno degli arancini di riso che nemmeno in Sicilia. Il problema qui è riuscire a non ingrassare».
In tutto questo, però, il suo compagno Marco Tardelli non c’è. «No, e mi manca molto. Prima il weekend era tutto pernoi, ora nonsipuò».
Quindi, gran videochiamate? «La verità è che abitiamo vicinissimi e pur di vederlo approfittodelle commissioni. Ieri dovevo andare in farmacia, gli g ho dato appuntamento per strada. Ci C siamo incontrati in coda, ma a distanza s e conlamascherina, eh? Perché Marco M è svizzero dentro, le regole sono
SPOSARCI? CHISSÀ... MA LE COSE BELLE DELLA VITA VANNO TENUTE STRETTE
regole e non si sgarra. Sarà l’eredità di una vita da sportivo».
Ha detto che di Tardelli lei si è innamorata «come una ragazzina». Che aspettate a sposarvi? «Vediamo, in questo momento come si fa a fare progetti? Però è vero che l’emergenza ci ha aperto gli occhi su tante cose, ti viene da pensare “ho una cosa bella, me la devo tenere stretta”». È geloso pure in quarantena?
( ride) «Ma no, Marco è solo un po’ possessivo, ecco. Tipo che se andiamo fuori e qualcunomi saluta inmodo un po’ troppo espansivo lui s’irrigidisce. Ma in questo momento è soprattutto preoccupato perme, perché continuo a uscire, a lavorare. Quando l’altro giorno si è saputo che Lucia Annunziata non stava bene mi ha chiamato subito: “Vedi, sei matta, non dovresti più andare in onda, è pericoloso!”».
E invece lei in onda ci va. «Sì, e non homai sentito ilmio lavoro utile come adesso. Intvho sempreparlato economia, di politica. Intervistare chi si batte in prima linea contro il virus ha cambiato anche me, profondamente. Per raccogliere le storie di questi tempi difficili abbiamo anche aperto una casella, dilloamyrta@la7. it, sono arrivate migliaia di mail».
Giorni fa è stata attaccata sui social per aver detto in tv, a proposito dell’ospedale Cotugno, che trovare un’eccellenza sanitaria a Napoli è “incredibile”.
«Stavo parlando di alcuni incidenti nella sanità lombarda, che di solito prendiamo a modello, e dell’efficienza del Cotugno. L’ho definito incredibile perché di solito al Meridione si parla di malasanità, non di eccellenze, è un dato di fatto. Il Cotugno è un istituto eccezionale, io sono napoletana, si figuri se non ne sono orgogliosa».
L’ EMERGENZA HA STRAVOLTO I RAPPORTI, MA HA ANCHE AVVICINATO LE PERSONE
La persona che abbraccerà per prima quando potremo uscire? «Mio padre Giuseppe, che ha 78 anni e vive a Napoli, da solo. Sta bene, studia, legge, ma mi manca moltissimo».
E il primo posto dove scapperà? «A Pantelleria, conMarco. Abbracciati a guardare i gabbiani e a respirare il mare».