LUCA GOLDONI
Mi domando: chi è quel super burocrate che unmattino si sveglia e scopre che “biglietto”, “scontrino”, “ticket”, sono vocaboli banali, e decide che il biglietto dell’autobus deve chiamarsi “titolo di viaggio”? Sono convinto che esista un terrorismo filologico, fisicamente innocuo ma psichicamente devastante che s’infiltra nel linguaggio corrente e indebolisce la nostra già debolissima
capacità di comprensione. Secondo l’analisi di uno dei linguisti più autorevoli -
lo scomparso Tullio de Mauro - il 71% della popolazione italiana non è in grado di comprendere un testo. Si tratta di uno scritto di media difficoltà, di cui solo un misero 20% afferra il senso compiuto.
La tv ci ha messo del suo per rendere gli italiani, prima alfabeti e in un secondo tempo semianalfabeti. Negli Anni 60 e 70 si registra l’epoca d’oro: vanno in onda memorabili sceneggiati, dai Miserabili ad Anna Karenina, a La cittadella, a David Copperfield. Grandi registi, grandi interpreti: si imparava un po’ di storia, un po’ di congiuntivi, un po’ di buona pronuncia. Negli Anni 80 cominciano ad approdare i bastimenti carichi di scceneggiati americani esaltanti denaro e lottte di potere. Capolavoro imperituro di tartufesca morale, Beautiful, dovemariti, moogli, generi, nuore, cognati entrano nei lettti degli altri, regolarmente divorziati e regolarmente convolati a nuove vorticose noozze. Provinciali come siamo, adottiamo es spressioni inglesi che scacciano onesti
vo ocaboli di casa. Via “l’appoggio politico”, peer esempio, e largo all’endorsement. Ci si paavoneggia con Jobs Act e Spending Re ewiew. Scopriamo che idee e iniziative noon si “sostengono” più, si “supportano”, meentre l’idiozia più insensata riguarda il bbravo e onesto personale “addetto”, oggi assurto a “dedicato” (hostess e camerieri, autografati come romanzi?). Perché non si aboliscono piuttosto i “fuurbetti del quartierino” (sono volgari truuffatori) e i “piromani”(non sono maniaci maa cinici criminali).