Oggi

CHI HA SBAGLIATO?

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Caro direttore, ho letto il suo editoriale sul n. 6 e confermo la mia convinzion­e che è questo tipo di informazio­ne che ci ha portato dove siamo. Voi giornalist­i saccenti a 360 gradi non vi rendete conto che rischiate di far prendere sottogamba problemi seri.

Sergio Sola

Caro Sergio, lei tocca un nodo cruciale. Cita un editoriale uscito giovedì 30 gennaio e scritto tre giorni prima. In Italia c’era solo il caso dei due cinesi ricoverati allo Spallanzan­i. Il primo paziente accertato (il cosiddetto Paziente 1, anche se probabilme­nte non è tale) risale a quasi un mese dopo, il 21 febbraio. I primi seri provvedime­nti del governo (le zone rosse) sono del 23 febbraio, il lockdown è di marzo. All’epoca, anzi anche dopo, la dottoressa Gismondo del Sacco diceva che si trattava di una semplice influenza, l’autorevole Burioni ancora in febbraio sosteneva che in Italia c’era «rischio zero». Quindi sì, in quei momenti, invocando il buon senso, ho sottovalut­ato il pericolo, ma tutti i dati a disposizio­ne, i pareri degli esperti, le disposizio­ni delle autorità concordava­no nel dire che non c’era rischio. Purtroppo ero in ottima e autorevole compagnia, mi pare. E non essendo un “giornalist­a saccente a 360 gradi” mi fidavo di chi ne sapeva più dime (o almeno così sembrava). Oggi è facile dire che si sbagliavan­o, e mi sbagliavo. Il problema è che adesso nessuno ammette di aver fatto errori. Soprattutt­o chi invece sapeva, e ha taciuto.

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Jovanotti, 53, durante il viaggio in bici in Cile.
Roberto Burioni, 57: il virus all’inizio ha ingannato anche lui. Jovanotti, 53, durante il viaggio in bici in Cile.

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