Oggi

Come rispondere alle domande dei piccoli sul Covid?

DUE SONO I PUNTI FONDAMENTA­LI: ESSERE SINCERI E SCEGLIERE LE PAROLE IN BASE ALLA LORO ETÀ

- RISPONDE Maria Rita Parsi psicoterap­euta

Per i minori, porsi delle domande, farle, e ricevere dalle “autorità autorevoli” risposte utili e stimolanti è la condizione indispensa­bile per affrontare la vita. Solo, però, se le risposte saranno sincere e rispettose dei loro bisogni

e paure. Finoai 7 anni, sipuò spiegare quello che accade attraverso un racconto, paragonand­o il virus al lupo ingannevol­e che vuole divorare soprattutt­o i nonni. Dagli 8 anni in su si può dire che certe malattie hanno segnato la storia dei popoli fino a quandosono­stati trovati i vaccinigiu­sti,

e riflettere sull’importanza di essi. A chi ha 12 anni si può

illustrare scientific­amente cosa succede. I bambini, quando interrogan­ogli adulti, spessogià conoscono “intuitivam­ente” le risposte. Ecco alcune domande: «Perché i genitori sono rimasti tanto a casa con noi adesso che c’ è questa malattia? Perché non si sono organizzat­i per farlo anche prima?» (Giordano, 9 anni); «Perché non posso incontrare i nonni e se li incontro rischio di contagiarl­i?» (Anita, 8); «Perché non stavamo mai sul balcone e adesso vuoi che stiamo tutti lì ?»( Gemma ,5);« Perché non mi abbracci più, mamma? Hai paura che iosia contagioso?» (Enrico, 6); «Perchémi viene da odiare tutti da quando siamo chiusi in casa?» (Giulia, 8). Gli esempi sono molteplici, ma documentan­o come si possa passare dalla frase «una risata vi seppellirà!» a «i perché dei bambini seppellira­nno il Coronaviru­s».

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Alex Britti, 51, con Edoardo, 2.
SÌ ALL’ASCOLTO Alex Britti, 51, con Edoardo, 2.
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