Complotti e smentite Secondo alcune teorie, il virus è sfuggito da un laboratorio
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Parola di scienziati, ci sono un mucchio di proprietà e caratteristiche dello stramaledetto Covid-19 che sono ancora sconosciute, ma su una cosa possiamo mettere la mano sul fuoco: questo virus è di origine perfettamente naturale.
Non tutti però sembrano disposti a mettere le mani sul fuoco e da giorni è diffusa l’opinione, rinforzata da dichiarazioni di scienziati d’alto livello, che l’origine del “mostro” sia da trovare nientemeno che nei laboratori cinesi di Wuhan. Eppure, lo scorso 17 marzo, quando l’epidemia di Covid-19 aveva già colpito 11 Paesi e infettato 121.564 persone provocando 4.373 morti, la prestigiosa rivista scientifica Nature medicine, pubblicando i risultati dello studio del nuovo virus a opera di alcuni massimi esperti mondiali è stata chiarissima: «Confrontando i dati genetici disponibili per diversi tipi di coronavirus, possiamo risolutamente determinare che il Sars- Cov-2 non è un prodotto di laboratorio, ma si è originato attraverso processi spontanei», spiegava il professor Kristian Andersen dello Scripps research institute di La Jolla, in California. La comunità scientifica internazionale ha riconosciuto come valide e fondate queste conclusioni e le ha adottate come antidoto alle galoppanti fake news circa l’origine dolosa, o colposa, della pandemia che sta mettendo il mondo in ginocchio. Ecco i punti che rendono incandescente il dibattito.
FOCUS SUI PIPISTRELLI
Secondo il teamdi La Jolla, il punto di origine del famigerato virus sono i pipistrelli, venduti neimercati cinesi co
DONALD TRUMP Donald TrumpTrump, 7373. «Gli Stati Uniti non finanzieranno più l’Oms, è troppo filocinese», ha detto. IL GENERALE MILLEY Markrk MilleMilley, 6161, è ddubb bioso: «Non ci sono certezze sul fatto che il Covid abbia origine naturale». MIKE POMPEO Mike PompeoPompeo, 5656, sesegretario di Stato Usa. «Il laboratorio cinese è vicino al mercato di Wuhan», dice.
mebaseper zuppe e ricette tradizionali. È noto che le circa 400 sottospecie di questi animaletti svolazzanti sulla Terra sono un formidabile serbatoio di centinaia di tipologie di coronavirus. Da loro, nel 2003, è originata l’epidemia di Sars (774 vittime accertate) e, nel 2013, laMers, Sindrome respiratoriamedio orientale (più di 800morti). È noto anche che i coronavirus sono, più spesso che no, del tutto innocui: a loro si deve, per esempio, il 30% dei milioni di casi di raffreddore che si verificano ogni anno nel mondo, nulla che non si possa curare con un tè caldo e qualche aspirina.
L’INNOCENTE PANGOLINO
Sempre secondo i ricercatori capitanati dal professor Andersen, il SarsCov-2 non è passato direttamente dal pipistrello all’uomo, ma ha subito una letale mutazione genetica in un altro animale della classe dei mammiferi. Quale? Da subito si è sospettato del pangolino, un formichiere squamoso molto ricercato in Cina per via delle presunte proprietà curative delle sua scaglie. Il professor Tommy Lam, dell’Università di Hong Kong, ha isolato, in alcuni esemplari malesi contrabbandati in Cina, un coronavirus che condivide il 96% di patrimonio genetico con quello responsabile della terribile pandemia: troppo poco per gli standard della comunità scientifica che, per ora, assolve il pangolino per insufficienza di prove. Il colpevole del passaggio della malattia all’uomo è a tutt’oggi sconosciuto.
Tutto chiaro e limpido quindi? Anche no. Malgrado le rassicurazioni degli scienziati, le teorie complottiste divampano oggi più insistenti che mai. Ecco perché.
LA BOMBA DEL NOBEL
Il professor Luc Montagnier, che nel 1983 scoprì il virus Hiv come
responsabile dell’Aids, premio Nobel per lamedicina nel 2008, ma recentemente in rotta con buona parte della comunità scientifica internazionale che gli contesta certe sue idee No Vax e pro-omeopatia, ha lanciato una vera bomba mediatica: «Il SarsCov-2 è un virus manipolato, uscito accidentalmente dal laboratorio di Wuhan dove si stava studiando un vaccino per l’Aids», ha detto il professore al podcast francese Porquoi docteur, specializzato in medicina e salute. «Il fattaccio è accaduto nell’ultimo trimestre del 2019. Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus RNA, verificando che al suo interno ha sequenze di un altro virus, che è quello dell’Aids. Anche un gruppo di ricercatori indiani ha scoperto questa cosa e ha tentato di pubblicare uno studio, ma li hanno costretti a ritrattare. La verità scientifica, però, emerge sempre».
I DUBBI DEL GENERALE
«Non sappiamo se il coronavirus sia nato in laboratorio. Gli scienziati dicono che vi siano indizi sulla sua origine naturale, ma non vi sono certezze assolute al riguardo», ha dichiarato alla stampa il super generale Mark Milley, Capo di statomaggiore dell’esercito americano, gettando una poderosa quantità di benzina sul fuoco.
L’IRA DEL PRESIDENTE
E il presidente Donald Trump ha calato l’asso, dicendo che non vuole più contribuire al finanziamento dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità. Motivo? Ha posizioni troppo filo cinesi e ha commesso errori nella fase iniziale dell’epidemia non lanciando l’allarme che avrebbe motivato gli Stati ad assumere decise iniziative di contrasto.
In realtà, nel laboratorio di microbiologia di Wuhan, il più importante centro di ricerca cinese, soggetto al massimo protocollo di biosicurezza
Bsl- 4, ha sede anche un centro di studio dell’Oms che, dunque, non poteva non sapere quanto di losco succedeva laggiù. «I Servizi segreti americani stanno indagando su questa orribile vicenda», ha detto Trump. Intanto il Segretario di Stato, Mike Pompeo, intervistato da uno dei principali telegiornali americani ne approfitta per spargere il seme del sospetto. «Sappiamo che il virus di Covid-19 si è trasmesso nel mercato di Wuhan e che il laboratorio cinese che studia i virus è molto vicino al mercato».
IL GIALLO DEL DISPACCIO
E non basta. Perché il Washington Post, uno dei più autorevoli quotidiani del mondo, ha pubblicato due allarmatissimi dispacci inviati, nel gennaio 2018, dall’ambasciata americana di Pechino alla Casa Bianca. Autore, il console americano a Wuhan che si era recato a visitare il laboratorio di microbiologia della megalopoli, ricavandone una pessima
impressione. «I tecnici non operano come dovrebbero», denuncia il console, «esistono problemi nella gestione e nelle protezioni. C’è il forte timore che le ricerche sul legame coronavirus-pipistrelli e la possibile trasmissione all’uomo possa rappresentare il rischio di una nuova pandemia». Sempre secondo il Washington Post, è difficile credere che il Sars-Cov-2 sia intenzionalmente nato come vera e propria arma batteriologica, ma è probabile che sia accidentalmente fuoriuscito dai laboratori di Wuhan, generando una specie di Chernobyl virale che sta producendo, a livello mondiale, danni mille volte più gravi di quelli della centrale nucleare ucraina, scoppiata nel 1986.
QUEL SERVIZIO DEL «TG3»
Secondo il Bullettin of atomic scientist, la rivista scientifica americana più accreditata al mondo sul controllo degli armamenti, i massimi esperti mondiali di biosicurezza non sono concordi nell’escludere la possibilità che la pandemia di Covid-19 possa essere stata innescata da un incidente di laboratorio. Eppure, che i cinesi abbiano un’insana passione per i coronavirus è cosa risaputa. Nel novembre del 2015, Tg3 Leonardomanda in onda un inquietante servizio: «Scienziati cinesi creano un super virus polmonare da pipistrelli e topi. Serve solo per motivi di studio, ma sono tante le proteste», annuncia il servizio. E ancora: «Un gruppo di ricercatori innesta una proteina presa dai pipistrelli sul virus della Sars, ricavato da topi: ne esce un micidiale agente patogeno che potrebbe colpire l’uomo. Resta chiuso nei laboratori, ovvio. Serve solo permotivi di studio, ma vale la pena correre il rischio, creare una minaccia così grande solo per poterla esaminare?».
IL PAZIENTE ZERO CINESE
«Le autorità cinesi intanto credono di aver identificato il paziente zero di Wuhan: un cittadino, infettatosi a novembre del 2019, che non ha mai frequentato il famigerato mercato ittico dove sarebbe esplosa l’epidemia. Anche un terzo dei contagiati del primo focolaio non hanno mai messo piede in quel mercato dove, peraltro, non sono in vendita i pipistrelli. «I controlli a tappeto sugli animali selvatici custoditi in gabbie hanno inoltre evidenziato che nessuno di loro era portatore del virus»: lo scrive la rivista scientifica inglese Lancet.
IL LIBRO-PROFEZIA
Infine, per chi crede nelle scienze... occulte: nel 1981, Dean Koontz, autore americano di numerosi best seller, nel suo romanzo Eyes of darkness, gli occhi dell’oscurità, scriveva una specie di profezia: «Wuhan- 400 è un’arma letale. Nel 2020 una grave polmonite, in grado di resistere a tutte le cure conosciute, si diffonderà in tutto il mondo».