Il 14enne ricoverato La madre: «Soffriva e nonpotevoabbracciarlo»
SEMBRAVAUNMALDIPANCIA. POI, ILTAMPONEPOSITIVO. «QUANDOHANNORICOVERATO THOMAS INOSPEDALE EMI HANNOLASCIATA FUORI MI È CROLLATOILMONDOADDOSSO», DICEMAMMACINDY. CHE LANCIA UN APPELLOAI RAGAZZI: «STATE ATTENTI ANCHE VOI»
« Dopo due settimane di agonia, mio figlio Tommy è tornato a casa. Ce l’ha fatta, la sua battaglia contro il Coronavirus è finita». Ha la voce spezzata da lacrime di gioia mamma Cindy. Suo figlio Thomas è sano e salvo e lei, da mamma, può finalmente abbracciarlo. «Ho passato i giorni più brutti della mia vita. Mi sembrava di vivere un incubo. Finché non l’ho stretto di nuovo tra le braccia, non ci credevo». Ricoverato inizialmente a Pavia per sintomi apparentemente diversi da quelli delCovid-19, questo ragazzo di 14 anni, già unmetro e novanta di altezza, senza alcun problema di salute in passato, ha trascorso diversi giorni in terapia intensiva nell’ospedale pediatrico di Milano. Il suo fegato era affaticato, i reni non funzionavano, il cuore in gravi condizioni.
UNA DOCCIA FREDDA
«Tutto è iniziato con una semplice influenza e dei dolori alla pancia. Io e mio marito abbiamo aspettato che passasse», racconta la madre. «Invece, dopo cinque giorni la situazione ancora peggiorava. Tommy continuava ad avere vomito e dissenteria. Il medico di famiglia, non vedendo miglioramenti, ci ha consigliato di andare in Pronto Soccorso. Lì abbiamo scoperto quello chemai avremmo potuto immaginare».
Al primo tampone per il Coronavirus Tommy risulta negativo. Si ipotizza un’appendicitema i medici, ecografia alla mano, non trovano nulla. Dagli esami risulta però una brutta infezione in corso. Il giorno dopo il test viene ripetuto. La sera, il risultato del tampone nasale è chiaro: Tommy è affetto da Covid-19. Per sua madre è l’inizio di un calvario.
«Quando il test è risultato positivo, non riuscivo a crederci. Quello che
fino al giorno prima vedevo accadere solo in tv stava succedendo a mio figlio», racconta Cindy, ripercorrendo quei momenti difficili. «Ci hanno trasferito in ambulanza al Buzzi, l’ospedale pediatrico di Milano. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine di quando siamo arrivati: mentre Thomas veniva fatto entrare in barella, io sono stata bloccata all’entrata. Da quelmomento non ho più potuto stare con lui. L’ho visto andare via sapendo che sarebbe entrato da solo in terapia intensiva e io ero lì impotente e in preda alla disperazione».
LA CURA CHE FUNZIONA
Nel reparto adibito all’emergenzaCovid-19 dell’ospedale pediatrico Buzzi, Thomas viene isolato dagli altri pazienti adulti, tutti intubati nella stanza divisa da una grossa vetrata. Gli infermieri gli mettono un casco per respirare anche se i suoi polmoni non sono stati attaccati dal virus. Gli organi più in sofferenza sono il cuore e i reni dove il Coronavirus ha attecchito in maniera violenta nonostante la giovane età. Iniziano le procedure e le cure. Cindy e suomarito passano le giornate in attesa di una telefonata da parte dei medici. «Ogni volta che squillava il telefono la paura era tanta. Sentire che i reni di tuo figlio faticano, il cuore non funziona, ti fa vivere in uno stato di ansia continua. Per fortuna pian piano si è ripreso, dopo diversi giorni è uscito dalla terapia intensiva e lo hanno spostato nel reparto di pediatria. Lì i medici hanno atteso che i valori fossero stabili prima di assicurarci che tutto fosse rientrato nella norma».
La ripresa definitiva, Tommy ce l’ha dopo la somministrazione del Tocilizumab, il farmaco che all’ospedale Cotugno di Napoli ha dato risultati promettenti su diversi pazienti trattati. In condizioni stabili e con il tampone negativo, Thomas ora è a casa, nella sua cameretta cercando di riprendersi definitivamente. Per lui e per la sua famiglia la parola fine arriva dopo giorni interminabili di paura e di angoscia ma l’appello di sua madre è rivolto adesso alle altre famiglie, agli altri giovani. «State attenti, non siate superficiali. Quello che abbiamo vissuto noi, può capitare a chiunque».
SAPERECHE IL SUOCUORE FATICAVA MI FACEVA VIVERE UN’ANSIA TERRIBILE