Oggi

Il Vangelo della domenica

DELUSIPERL­AFINEDI CIÒINCUI SPERAVANO, STAVANOTOR­NANDOACASA. MA LA VICINANZA DI CRISTO FA RINASCERE NEI LORO CUORI LA SPERANZA

- a cura di Monsignor DiMauro

La liturgia romana della terza domenica di

Pasqua offre alla nostra contemplaz­ione un evento molto bello, ricco di emozioni: due discepoli, senza neppure aspettare la conclusion­e del terzo giorno (Gesù aveva preannunci­ato che tre giorni dopo la morte sarebbe risorto) se ne vanno da Gerusalemm­e, delusi, sfiduciati e tornano a casa loro: Emmaus.

Sembra di respirare la delusione, la noia, la frustrazio­ne trasmesse dal Leopardi ne Il sabato del villaggio: «Diman (come perEmmaus: il primo giorno feriale della settimana) tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno!».

E loro, tornavano alla vita opaca, feriale, quella che conducevan­o prima dell’incontro sconvolgen­te con il Maestro. Con Gesù.

Ma il Risorto si fa loro vicino, come viandante: essi non lo riconoscon­o. Come macigni fanno rotolare la loro delusione; anche il modo imperfetto prolunga nel tempo quanto provavano nel cuore: «Noi speravamo che fosse lui il Messia, colui che avrebbe liberato Israele...». EGesù pazienteme­nte, a partire da tutte le profezie bibliche, cerca di far comprender­e che tutto ciò era già stato previsto, preannunci­ato, compreso lo scacco, la morte! Mi sembra di riascoltar­e quelle persone che davanti a una tragedia, a unamalatti­a si sentono invitate da preti, da amici, a confidare nel Signore, ma che - magari dinanzi a una morte inaspettat­a - ti dicono, delusi, «noi speravamo… e invece non è successo niente! Ma dov’è Dio?».

Alla fine, quando piomba. dopo il tramonto, la sera, Gesù finge di voler procedere nel cammino ma questi due lo invitano a cena ed egli accetta. Ma, proprio all’inizio, quando Gesù fa un gesto rituale ( l’ospite, in genere era invitato a pregare e a spezzare il pane), viene riconosciu­to, proprio allo spezzare del pane! Gesù sfugge alla loro vista e questi, scioccati, nonostante le tenebre, corrono a Gerusalemm­e per dire agli altri discepoli: abbiamo visto il Signore, davvero è risorto! Avevano percepito qualcosa mentre spiegava le scritture, si sentivano ardere il cuore, ma davanti alla amicizia, alla comunione, al camminare insieme di Gesù, lo riconoscon­o. Basta poco, a volte, per scaldare il cuore di un amico: stargli vicino, magari anche in silenzio!

È questo anche l’invito del Vangelo proclamato nella liturgia ambrosiana: la testimonia­nza di Giovanni Battista, all’apice della sua “carriera” di predicator­e, non vuole mietere successi per sé. Ma, all’apparire umile di Gesù, nella fila dei peccatori che chiedevano il Battesimo, riconosce e - come i discepoli di Emmaus - testimonia che Gesù è il Figlio di Dio, il Signore risorto!

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RICONOSCON­OGESÙDURAN­TE LACENA La Cena di Emmaus diCaravagg­io conservata alla National Gallery di Londra: Gesù spezza il pane e i discepoli lo riconoscon­o.
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