Benessere Sono sintomi dell’ allergia o delCovid-19? Ecco come capirlo
IN QUESTO MOMENTO BASTA UN COLPODI TOSSE PER METTERCI IN ALLARME. GLI ESPERTI RASSICURANO MA RACCOMANDANO CURE SCRUPOLOSE, QUEST’ANNO PIÙ CHEMAI, PROPRIO PER COLPA DEL VIRUS
Prurito agli occhi, congestione nasale, tosse secca: sono sintomi di una comune allergia, un disturbo che affligge circa una persona su quattro. Eppure, in questo momento, potrebbero bastare per farci temere di essere stati contagiati dal Coronavirus. «Considerate i sintomi associati», spiena Gianenrico Senna, presidente della Società italiana di Allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic): «Mentre il fastidio agli occhi può portarci a dubitare che si tratti di congiuntivite davirus, quelloal naso, per esempio, è tipico delle allergie e non del virus. Non allarmatevi e controllate la temperatura: a dispetto del nome, la febbre da fieno, orinite allergica, non dà febbre, al contrario del virus ».
Anche la mancanza di respiro che affliggegli asmaticipuò farepaura, «ma nel virus non è, in genere, un sintomo di esordio: appare dopo febbre, tosseeperditadel sensodi gusto e olfatto», aggiunge Samuele Burastero, medico allergologo, responsabile dell’Unità di allergologia cellulare emolecolare dell’Ospedale SanRaffaele. «Ma fateprestoa fare la prova: se l’assunzione di un broncodilatatore e di cortisone dà beneficio, potete stare tranquilli». Lo stesso vale per l’antistaminico: porterà immediato sollievo a chi soffre di rinite, non farebbe alcun effetto a chi fosse stato contagiato dal coronavirus.
Chiaro, lapersonaallergicaha imparato ariconosceresindall’infanzia l’allergene ostile a ogni sua apparizione, tendenzialmente primaverile, «ma non si può trascurare che l’allergia simanifesti per la prima volta in età adulta o addirittura in tarda età», avvisa Senna. E questo è un momento dell’anno critico: aprile è il periodo dell’impollinazione di cipresso al Centro Italia, betulla, nocciolo e carpino al Centro-Nord. A maggio si apre la stagione delle temute graminacee alNord e della parietaria al Sud. Per chi soffre di allergie da pollini c’è una buona notizia: stare a casa, usare una mascherina (gli allergeni hanno dimensioni nettamente superiori al virus), menosmogincittàneridurranno i sintomi. Per chi è sensibile a peli digatto o cane e acaridellapolvere, il problema potrebbe invece aggravarsi.
NON TRASCURATE LE TERAPIE
«Il nemico da combattere», mette ini guardia Bu urastero, «è una certa fobia degli s teroidi, molto diffusa nella popo olazione e in questo momento piùp che mai: si temono cioè gli effetti collaterali del co ortisone. Per la paura che i ndebolisca il sistema im munitario, si rischia così ì di incorrere in attacchi d’asma che, con gli am bulatori medici per lo piùp chiusi, sarebbero diffi fficili da gestire». Si risc chiadi finire in pronto so occorso, e di questo sì bisognab avere paura. « CortisoniciC e antistaminici », puntualizza Senna, « non interferisconoccon le nostre difesedi froontealvirus. Anzi, tolgono l’infiammazione e quindi renddono lemucosemenovulnerabbili». Un’altra raccomandazionneèper ledonne in gravidanzaa: «I farmaci contro l’allergia noon hanno effetti sul nascituro: la regolarità della terapia è fondamentale». Per tutti, la disciplina nel seguire la terapiaènecessaria anche se si inizia a staremeglio: «Un ciclo di antistaminici di 30 giorni non va interrotto prima che sia finito il mese, è ovvio. Eppure, dallamia esperienza, è ligiosoloil 15% dei pazienti», ammonisce Burastero. Già, ma che dire dei cosiddetti vaccini contro l’allergia annullati per Coronavirus?irus? «Si è scelto, in ququesto periodo, di non iniziare nuove immmunoterapiee di non vaccinare gli assintomaticima solo i presunti neegativi. Norma che però, nel caaso dei vaccini per via sottocuutanea, si scontra conl’indisponibilitàdegli ambulatori», spiega Burastero. Non è però il caso di drammatizzare, assicura Senna: «Alla ripresa del percorso immmunologico, frequenza delle somministrazion ni e dosaggi saranno pprobabilmenteaumen ntati. L’accesso in ospedale sottopone a rischi maggiorim di un ritardo nnella somministrazionee del vaccino». Rischio chhe, comunque,
nonèmaggioreperchi è allergico. «Le statistiche dicono che la percentuale degliallergici tra i contagiati è anziminoredi quellanellapopolazione ingenerale», spiegaSenna. Insomma, essere sensibiliadacariepollininonci rende più esposti al contagio né renderebbe
peggiore la prognosi. «Vero è invece che un allergicopuò incontrare il virus più facilmente se non si cura», ribadisce Burastero. «Perché se ha una crisi finisceal prontosoccorso, oppureperché non riesce a non strofinarsi gli occhi».
TROPPA IGIENE NON AIUTA
Ma ci sono rimedi “naturali” per soffrire un po’ meno? «Se un disturbo “normale” ci dà problemi, è inutile cercare di evitarlo. Dobbiamo curarci», spiega Senna. «Certo, alcuni comportamenti di buon senso aiutano: fare un po’ di movimento e non aumentare di peso, per esempio, migliorano la funzionalità respiratoria». Al contrario, per chi teme gli acari, della disinfezione ossessiva di casa, giàtra i nostri obiettiviquotidiani causa virus. «Basta considerare che, tra gli imputati per l’aumento delle allergie nella popolazione, c’èproprio il nostro stile di vita eccessivamente
igienico », sottolinea Senna. «L’incontro sempre più ridotto, da bambini, con agentiesterni, come i pollini, maanche conbatteri c e virus, ha ridottogli stimoli al a nostrosistemaimmunitarioaffinché i mpari adifendersidagli “attacchi esterni”. n Risultato: nella popolazione adulta si manifestano più allergie rispetto ad alcuni decenni fa».
38 Kate Middlleton, Non tolleraa i pollini