GIORGIO DELL’ARTI
25aprile 1945? Il 25 aprile del 1945 i partigiani entrarono nelle grandi città e ne presero possesso. Per questo il 25 aprile di ogni anno è festa nazionale e si celebra la Liberazione dal nazifascismo e l’anniversario della Resistenza. Due giorni dopo, il 27 aprile, Mussolini, la Petacci e gli altri che col duce tentavano di scappare in Svizzera furono catturati a Dongo, tenuti rinchiusi per una notte e fucilati il giorno dopo a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como. Le spoglie dei fucilati vennero portate a piazzale Loreto, in Milano, appese a testa in giù e abbandonate al ludibrio della folla. Molti italiani andarono a sputare sui corpimorti e a lordarli in tutti i modi possibili. Una scena invereconda. Durante i cortei di una volta era frequente il grido «Piazzale Loreto». Celebrando il 25 aprile sarà bene chiarire che piazzale Loreto e il relativo comportamento degli italiani furono una vergogna.
Perché ci sono tante polemiche intorno a questa data? Non dovrebbe essere una di quelle ricorrenze che mette tutti d’accordo?
Vi furono partigiani di tutti i tipi: comunisti, socialisti, cattolici, liberali. Ma, dopo la guerra, i comunisti seppero fare della Resistenza una cosa loro, alla quale gli altri si aggregavano con l’aria dei comprimari.
Quanti erano, poi, i partigiani?
All’inizio, cioè dopo l’ 8 settembre, salirono in montagna più o meno in 7 mila. Il popolo dei resistenti crebbe poi con le probabilità della vittoria, fino a raggiungere una consistenza di 300 mila combattenti, che contribuirono, insieme con le forze alleate, alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e alla fine del governo fascista della Repubblica di Salò. Sono passati 75 anni ed è forse possibile parlare della Resistenza, del 25 aprile e del resto con franchezza, senza finzioni e senza retorica. La riconciliazione tra le forze politiche, che ancora oggi appare chimerica, passa anche da qui.