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SCUOLA: QUANDO SI TORNERÀ ALLA NORMALITÀ?

- DI GIORGIO DELL’ARTI Giornalist­a ( in questa rubrica ci spiega in modo semplice uno dei fatti più complessi della settimana)

Q uindi non si torna a scuola fino a settembre?

Già. Il rischio contagi, a ricomincia­re subito le lezioni, sarebbe troppo forte.

E per l’esame di maturità?

Di ufficiale non c’è ancora niente. Una commission­e di esperti, guidata dal professor Patrizio Bianchi, sta studiando i vari problemi connessi al ritorno in classe e alla necessità di tutelarsi dal contagio, due esigenze in contrasto tra di loro. Faranno sapere alla fine della prossima settimana quali sono le loro idee. Intanto però, proprio sullamatur­ità, la ministra Lucia Azzolina s’è fatta intervista­re dal sito Skuola.net. Ha detto che quest’anno gli esami saranno solo orali e si svolgerann­o il 17 giugno. Commissari tutti interni, cioè gente che i candidati già li conosce. L’idea è che gli studenti stessi propongano uno spunto e che intorno a questo spunto si svolga poi il colloquio. Non faccia quella faccia, l’esame di maturità è da parecchi anni una burletta, alla fine sono promossi sempre il 98% degli studenti. Quest’anno, vista la situazione, si potevano tranquilla­mente promuovere tutti e non pensarci più. Dati i precedenti, dico.

Che succederà a settembre?

Sempre la ministra, mentre si aspettano le proposte degli esperti, ha detto che a settembre, per garantire un numero di presenze fisiche limitato, si sarebbero tenuti la metà degli alunni in classe e l’altra metà a casa. Quelli a casa avrebbero seguito la lezione per via telematica. Dopo tre giorni, i due gruppi si sarebbero dati il cambio. Quest’idea ha suscitato una quantità di proteste: come si fa a insegnare in due modalità diverse, i docenti - di solito piuttosto in là con gli anni - non hanno questa dimestiche­zza con la tecnologia.

Ma tutti questi computer nelle scuole esistono?

Infatti. Uno dei problemi è che una statistica recente mostra che una famiglia italiana su tre il computer non ce l’ha. Di conseguenz­a, la soluzione di insegnare per via telematica sarebbe discrimina­nte nei confronti dei figli di queste famiglie. Senza ignorare che anche le condizioni della nostra Rete sono quelle che sono, in troppe zone del Paese l’alta velocità di connession­e è un miraggio.

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Lucia Azzolina, 37, è ministro dell’Istruzione.
DEVE DECIDERE Lucia Azzolina, 37, è ministro dell’Istruzione.
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