FERMATE TELEGRAM e chi lo usa per la pedopornografia
SULL’APP FONDATA DAL RUSSO PAVEL DUROV I BANDITIDELWEBVENDONOIMMAGINI HARD, GIORNALI E FILMPIRATATI, ARMI E DROGA. POLIZIAPOSTALE, GUARDIADI FINANZA E PERSINO ANONYMOUS GLI STANNO FACENDO LA GUERRA: RIUSCIRANNO A VINCERE?
Oggi il paradiso degli orchi è Telegram, la app di messaggistica fondata da Pavel Durov, un controverso ragazzo prodigio russo. Simile a WhatsApp, ma con alcune peculiarità, come la possibilità di inviare filemolto pesanti, questa applicazione permette di realizzare con facilità canali (seguiti da decine di migliaia di utenti) che sono finiti nel mirino della Polizia postale per lo scambio di fotografie pornografiche di soggetti non consenzienti e di materiale pedopornografico. Le indagini hanno portato a individuare tre persone, tra le quali un minorenne, che sono state indagate. In realtà l’esistenza dei gruppi in questione era un segreto di Pulcinella, avendo complessivamente più di 2 milioni di iscritti. Del fenomeno se n’erano occupati, in tempi recenti, tra gli altri, la onlus Permesso Negato, che si occupa di dare assistenza alle vittime del revenge porn (diffusione di immagini intime senza consenso) e la rete di hacker che opera sotto le insegne di Anonymous, che suTwitter (con l’hashtag #oprevengegram) in questi giorni ha messo alla gogna decine di pedofili pubblicandone numeri di telefono, indirizzi e volti. In questi canali, a oggi ancora accessibili, e nei gruppi collegati, si possono trovare in vendita le foto hard sottratte a star comeDiletta Leotta e Wanda Nara, video a luci rosse di minorenni, immagini porno scattate a ex fidanzate, in altri canali armi in vendita e sostanze illegali. Se cercate qualcosa di illegale o miserabile su Telegram potrete trovarlo.
IL BAZAR DELL’ILLEGALITÀ
Prima di continuare è però necessaria una piccola precisazione: da
quando il nome di questi canali farciti di contenuti proibiti e abbietti è cominciato a rimbalzare su diversi siti e sulla stampa il numero degli iscritti è raddoppiato, scegliamo quindi non menzionarli. Condivide questa idea Matteo Flora, professore a contratto in Corporate Reputation all’università di Pavia. Da anni segue questi fenomeni: «Parlarne, anche male, facendone il nome, ha come risultato che molti decidono di iscriversi, magari solo per curiosità. Alcuni di questi megagruppi un tempo erano su Facebook. Sono passati su Telegramper eludere i controlli che sul social fondato da Mark Zuckerberg stavano diventando più stringenti. Ad esempio su Facebook è stato introdotto un sistema che non permette a nessuno di ripubblicare foto che sono state segnalate. Su Telegram questa funzione non c’è».
LE STRATEGIE
Oscurare questa app, o renderla inaccessibile, oltre a essere una soluzione estrema, è anche complicata tecnicamente: «Telegram è un sistema molto ben congegnato, difficilissimo da fermare e oscurare: è stato strutturato per resistere. Proprio per questo motivo, ad esempio in Iran, chi si oppone al regime usa questa app. Concretamente i modi per arginare la diffusione di contenuti illegali nel sistema sono due: il primo è otteneremaggiori controlli spingendo i sistemi dai quali è possibile scaricare l’applicazione, cioè Android e Apple, a fare pressioni su Telegram, con la minaccia di non renderlo più disponibile, come è già successo in passato. Il secondo, visto che la società ha sede a Dubai, consiste nel chiedergli collaborazione sui due reati che il diritto internazionale colpisce con determinazione ovunque, ossia la pedopornografia e il riciclaggio. Alle vittime del primo do solo un consiglio: ci sono leggi che vi tutelano, trovate il coraggio di denunciare chi ha tradito la vostra fiducia e hamesso le vostre immagini in Rete. Se lo ha fatto con voi lo rifarà con qualcun altro. Una denuncia è il modo mi
gliore per fermarlo».
Ora è il momento di spiegare cosa c’entra il riciclaggio con Telegram, reato commesso da chi trasferisce «denaro, beni o altre utilità» provenienti da un delitto.
I LADRI DI GIORNALI
Su Telegram, come hanno dimostrato le indagini condotte dallaGuardia di Finanza, che è riuscita nelle ultime settimane a far chiudere 21 canali dedicati, è possibile anche trovare quotidiani e settimanali italiani in formato pdf. Una pratica che ha causato danni alle case editrici di circa 250 milioni di euro in un anno e un calo di migliaia di copie nelle vendite, e che ai responsabili potrebbe costare una denuncia per furto, riciclaggio e ricettazione. Intervistato dal Corriere della Sera, il colonnello Pierluca Cassano ha raccontato che dopo i sequestri sono nati nuovi canali per la diffusione dei giornali, ma gli utenti sono scesi da 200 mila a 10 mila. Inoltre le Fiamme Gialle stanno studiando delle rogatorie per avere i dati di chi scarica materiale coperto da diritto di autore, che verrà perseguito.
MA CHI È IL CAPO?
Eppure, nonostante tutto questo, o forse grazie a tutto questo, Telegram non è mai stato così popolare: alcune sue caratteristiche, come quella di poter scambiare file fino a 1,5giga, lo rendonomolto utile a chi per lavoro deve inviare grandi allegatimoltopesanti. Ma una partedel suo fascino ladeve anche al suo controverso fondatore: PavelDurov. Figlio di un latinista di fama internazionale, è cresciuto a Torino, dove il padre insegnava all’università. Suo fratello maggiore Nikolaj uno dei più grandi matematici russi, è l’eminenza grigia di ogni sua impresa. Alcuni decrivonoPavel come un genio, come un idealista, altri come un figlio di buona donna e un personaggio ambiguo. Di sicuro non è uno sprovveduto: a soli 21 anni lancia VKontakte, una sorta di Facebook dell’Est, con 200milioni di utenti. Viene sostanzialmente costretto a cederlo a un fondo di investimento legato al governo russo, e con una bella somma in tasca, insieme al fratello Nikolaj, lancia nel 2013 Telegram, che nasce per essere resistente a ogni censura e a ogni controllo.
Lui, Pavel, sidipinge comeun idealista che mai cederà i dati dei suoi utenti a nessuno, e assicura che Telegramnon avrà mai pubblicità. Anzi, l’aeroplanino di carta simbolo della app vuole ricordare il disinteresse per il denaro di Durov: nel 2012, quando era ancora alla guida di VKontakte, lanciò dalla finestradel suo ufficio aeroplanini fatti con banconote da5mila rubli. Chissà, forse è un idealista, o forseèmolto furbo: ha appena annunciato unamoneta elettronica che girerà su Telegram, e il valore della sua azienda è schizzato fino a 20 miliardi di dollari.