Oggi

« Con la danza do un calcio alla sclerosi multipla e a chimi odia »

A SANREMO HA CONQUISTAT­O TUTTI PER BRAVURA E CORAGGIO. «SCOPERTA LA DIAGNOSI AVEVO ANCHE PENSATO DI FARLA FINITA », DICE IL PERFORMER. CHE LOTTA PURE CONTRO GLI ODIATO RII N RETE

- di Cristina Bianchi - Foto Matteo Rasero/LaPresse

L « amia fortuna? È stata quella di essere bello, ribelle e sfigato», dice di sé IvanCottin­i, il ballerino malato di sclerosi multipla e costretto alla carrozzina che ha conquistat­o (dopo i fan di Amici e Ballando con le Stelle) anche il pubblico di Sanremo. Molti lo ricorderan­no per l’esibizione nella serata finale con Bianca Maria Berardi quando raggiunse il 75% di share. Peccato che lo show sia arrivato alle 2 di notte, costringen­dolo a un digiuno di ore («prima di ballare, per evitare incidenti di stomaco, non bevo e non mangio»). Ma «ne è valsa la pena. E spero che un giorno Amadeus mi chiami a I soliti ignoti ». Perché Ivan, che a 26 anni era un fotomodell­o sexy, vuole ancora urlare la sua storia al mondo. Apparire, danzare, finché braccia, gambe, cuore resistono. Vuole battersi per i diritti degli altri. E «prendere a calci la malattia».

Per lui però è un periodo difficile. Perché è finita una grande storia d’amore, quella con Valentina, mamma della sua bimba Viola che ha 4 anni e l’argento vivo addosso. Oggi Ivan ha 36 anni e abita con lamadreGab­riella e il padre Alessandro a Urbania, nelle Marche. Fino a otto anni fa, era il classico bello e dannato.

Mai stato un tipo tranquillo o? «Mai. Un ribelle nato. A sentiremam­ma, sono sempre stato impulsivo. Finite le superiori, quasi tutti puntavano all’università, o a un lavoro. Io, sognavo di diventare un modello. E a 27 anni, tra un servizio fotografic­o e una sfilata, iniziavo a mantenermi. Una mattina, è cambiato tutto».

All’improvviso?

«Sì, mi sono sveglliato senza vederci

quasi nulla. Avevo il letto bagnato. Non stavo in piedi. Allora facevo una vita sregolata, dormivo tre ore a notte e mi sono rimesso a letto. Pensavo: sarà la stanchezza. Ma i sintomi peggiorava­no. Sono finito in ospedale».

La diagnosi?

«Dopo un mese: sclerosimu­ltipla già avanzata. I primi 8-9 mesi sono stati i peggiori, non riuscivano a trovare il mix giusto di farmaci e io peggioravo. Giorno per giorno perdevo chili e la funzionali­tà di alcune parti del corpo: l’uso di una gamba, l’equilibrio... Sono andato via di testa». È venuto a Milano a curarsi. «Al San Raffaele c’è un centro specializz­ato. Medici bravissimi, ma io stavo male. La mia morosa mi aveva lasciato. Sono stato vicino all’idea di farla finita».

Che cosa l’ha spinta a reagire? «Forse vedere mia madre che piangeva ogni giorno. Una sera mi sono rotto le scatole di fare il malato e ho deciso di puntare tutto sulle parti del corpo che funzionava­no ancora. In ospedale ho fatto una gara di corsa in sedia a rotelle con un signore di 72 anni. Ho ricomincia­to a sorridere e a sfidare la malattia. Ho pubblicato su Facebook un selfie con la flebo, raccontand­o dime senza vergogna».

E ha trovato l’amore.

«Sì, io e Valentina ci siamo conosciuti via social. Tornato nelleMarch­e, è venuta a trovarmi all’ospedale di Pesaro. Arrivava tutti i giorni, da Fano. Un amore da favola. La prima cena insieme? Un take-away cinese, consumato in ospedale. La prima volta che abbiamo fatto l’amore? In ospedale. Uscito, avevo quasi dimenticat­o la malattia».

A quel punto ha desiderato un figlio?

«Ci pensavo già prima. Ma per avere Viola mi sono comportato da folle. Le medicine mi “impedivano di compiere i miei doveri coniugali”, così ho provato a sospenderl­e. Valentina aveva già un bimbo da una relazione precedente, ma ha condiviso la mia scelta. E dopo cinque mesi è arrivata la buona notizia. Nel frattempo, senza cure ero peggiorato molto. Quando i

medici l’hanno scopertome ne hanno dette di tutti i colori ma lo rifarei. In Rete qualcuno scriveva: “Vergognati! Non potrai mai dare la mano a tua figlia”. E continuo a riceveremi­nacce di morte. Oggi il vero cancro della società non è il Coronaviru­s ma l’odio».

E l’amore con Valentina, perché è finito?

«È stata lei a lasciarmi. Ma quando una storia finisce la colpa è di entrambi. Nell’ultimo anno sono stato un compagno e un padre assente. Prima del Festival, ero inavvicina­bile».

La sua ex ha detto: «Ivan è un ragazzo positivo ma ha poca pazienza, è egoista, un bambino cresciuto che ha bisogno di molte attenzioni».

«Mi ci ritrovo. Ma sarebbe troppo facile dare la colpa alla malattia. In realtà, credo di essere stato sempre un po’ “stronzo”. Mentre Valentina non ha mai condiviso le mie passioni. Non mi ha neppure mai visto ballare».

Oggi, che cosa le pesa di più? «Sapere che non potrò più annusare il profumo di Viola tutte le notti prima di andare a dormire. Non poterle offrire una famiglia unita».

Danzerà ancora?

«Non so per quanto riuscirò a farlo. Ogni volta che mi esibisco mi butto a terra, mi faccio male e per una settimana sono ko. Ma stomeglio. Quando smetterò di ballare, verrò dimenticat­o come un giocattolo rotto. Spero almeno di aver fatto capire in tv che la diversità è un valore e una bellezza».

Anche sua figlia, lo capisce? «Viola è fantastica. Ma per lei papà è la normalità, mi ha sempre visto così. Anche quand’era piccolina e mi chiamava, mi portava la stampella o la sedia a rotelle per raggiunger­la».

Quando balla in tv, con Maria Berardi sembrate una coppia... «Lo pensava anche Milly Carlucci. Ma tra noi c’è solo affetto. Siamo come fratello e sorella, ci cambiamo nello stesso camerino. È un’amica vera».

Le sue giornate sono impegnativ­e?

«Prima del Covid, molto di più. Sveglia alle 6, tutti i giorni per prendere Viola e portarla all’asilo. Poi due ore in casa di fisioterap­ia e logopedia. Alle 11, pranzo. Alle 13 mi alleno con mamma in una palestrina che ho allestito qui. Poi danzo un’ora da solo, mentre prima della quarantena alla scuola di Urbino. Mamma è la mia personal trainer, il mio angelo: mi aiuta tutto il giorno e alle 6 del pomeriggio comincia il turno di lavoro a pulire gli uffici. Il denaro non basta, dallo Stato ci arrivano per me circa 300 euro al mese. Per esibirmi prendo solo rimborsi spese ma preferisco così».

Non pensa a un lavoro diverso? «Mi piacerebbe fare l’opinionist­a in tv. Sogno programmi con inviati in sedia rotelle, persone down nella troupe o tra i tecnici...».

Altri progetti per il futuro?

«Un film che racconti la mia storia. Come protagonis­ta vorrei un bravo attore. Edoardo Leo sarebbe perfetto».

La felicità che cos’è? «Vedere Viola che cammina».

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Ivan e la sua allenatric­e e coreografa Bianca Maria Berardi, 46: fanno il gesto di “vittoria”. Si sono preparati a lungo insieme.
SEMBRANO O DUE INNAMORATI...
Tra il balleerino e la maestra c’è grande sintonia. «Ma Bianca per una sorella», confida Ivan Cottini a Oggi.
CON LA SUA COREOGRAFA Ivan e la sua allenatric­e e coreografa Bianca Maria Berardi, 46: fanno il gesto di “vittoria”. Si sono preparati a lungo insieme. SEMBRANO O DUE INNAMORATI... Tra il balleerino e la maestra c’è grande sintonia. «Ma Bianca per una sorella», confida Ivan Cottini a Oggi.
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CON VIOLA, LA SUA BIMBA DOLCISSIMA Sopra, Ivan Cottini, 36, fa il segno della vittoria in casa con la figlia Viola di 4 anni. I due sono davvero molto uniti.
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SI ALLENA 5 ORE AL GIORNO Urbino. Ivan Cottini fa le flessioni nella palestra della sua allenatric­e. Il presidente Mattarella l’ha nominato Cavaliere al Merito.
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La coppia prova un’altra coreografi­a per sincronizz­are i movimenti. «Ma quando mi rotolo a terra mi faccio male», ammette lui.
... E SI MUOVONO ALL’UNISONO La coppia prova un’altra coreografi­a per sincronizz­are i movimenti. «Ma quando mi rotolo a terra mi faccio male», ammette lui.
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E POI IL TRIONFO A sinistra, Ivan Cottini allena le braccia con i pesi. Sotto, l’esibizione con Bianca Berardi all’ultimo Festival di Sanremo che ha conquistat­o il 75 per cento di share.
SUPER-BICIPITI, SACRIFICI E POI IL TRIONFO A sinistra, Ivan Cottini allena le braccia con i pesi. Sotto, l’esibizione con Bianca Berardi all’ultimo Festival di Sanremo che ha conquistat­o il 75 per cento di share.

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