Quei farmaci per lo stomaco che fanno rischiare la demenza
I PRODOTTI CONTRO REFLUSSO E ULCERA PEPTICA POSSONO ESSERE TOSSICI. EPPURE SPESSO VENGONO PRESCRITTI SENZA NECESSITÀ Bruciori di stomaco? Ci sono altri rimedi
Gli inibitori della pompa dei protoni( o Ppi) sono farmaci che hanno molte indicazioni terapeutiche tra cui lamalattia del reflusso gastro-esofageo, l’ulcera peptica, le esofagiti e la prevenzione delle emorragie gastro-intestinali dovute al trattamento cronico con aspirina e altri farmaci antinfiammatori steroidei. L’impiego di questi prodotti, meglio conosciuto come omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, si è molto diffuso nel tempo. Negli Stati Uniti si calcola che già nel 2011 almeno 1 anziano su 5 ne assumeva uno e spesso per lunghi periodi di tempo. In Italia, per spesa e per consumo, questi farmaci sono nella lista dei 30 più venduti, con grandi differenze regionali: si vada 64,4 dosi giornaliere per mille abitanti in Toscana a 110,9 in Campania. In totale, si tratta di quasi 5 milioni di dosi prescritte in Italiaogni giorno con una spesa per le prescrizioni paria quasi 800 milioni dieuro: una cifra enorme, tanto più se si considera che in larga parte i Ppi vengono prescritti impropriamente per forme di medicina “difensiva”.
Cometutti i farmaci, questi prodotti non sono esenti da effetti tossici, fra cui una diminuzione delle funzioni cognitive, dovuta anche al fatto che determinano una deficienza della vitamina B12.
Una ricerca recente, analizzando i dati riguardanti 166 mila partecipanti di sei studi della durata da 3 a 8 anni, stabilisce che i trattamenti con Ppi aumentano il rischio di demenza del 29%, con un effetto maggiore (39%)
per chi ha più di 65 anni. Con riferimento all’etnia, il rischio è più alto fra gli europei (46%) rispetto agli asiatici (17%). Va sottolineato che questi dati sono in accordo con gli studi preclinici condotti negli animali da laboratorio, che mostrano una serie di variazioni biochimiche nel sistema nervoso centrale dovute all’impiego dei Ppi.
Anche se non hanno ancora un significato causale, questi nuovi dati non devono passare sotto silenzio. È importante che l’informazione giunga ai medici di medicina generale, agli specialisti e anche ai pazienti. Aumentare i casi di demenza senile con farmaci che spesso non sono per nulla necessari è molto grave, anche perché siamo una popolazione che ha una quota elevata di soggetti anziani. Le Asl devono controllare le prescrizioni dei Ppi che, pur essendo in leggera diminuzione, sono ancora troppo alte rispetto alle effettive necessità dei pazienti.