Politi delle «Iene»: Sono guarito, ma senza tampone avrei potuto essere un killer
Dopo ben 50 giorni e due tamponi negativi sono finalmente guarito dal Covid-19, come ho documentato nel video trasmesso a Le Iene. Una battaglia che ho combattuto a livello personale contro il virus, ma che ha aperto la strada a una questione che riguarda molti: perché una persona con i miei stessi sintomi, ma che non ha potuto fare il tampone, è libera di uscire dopo soli 14 giorni dalla scomparsa dei sintomi stessi?
Forse anche questo può contribuire alla diffusione dei contagi che continuano a essere molto elevati?
Una domanda diventata “virale”, dibattuta su molti mezzi d’informazione e soprattutto all’interno della comunità scientifica. Centinaia di persone hanno vissuto una vicenda analoga alla mia, al punto che Regione Lombardia avrebbe deciso di allungare la quarantena per i positivi con tampone fino a 28 giorni. E ai non tamponati chi ci pensa?
E ai conviventi dei
Alessandro PolitiPoliti, 4444, solleva alcuni dubbi sui protocolli per imalati.
positivi?
Il problema è stato affrontato nel secondo servizio delle Iene, in cui la mia fidanzata, Valentina, nonostante avesse informato l’Azienda Tutela Sanitaria di Regione Lombardia (Ats) di vivere in un monolocale assieme a un positivo, cioè io, per ben due volte si è sentita ripetere dall’operatrice che lei poteva uscire, in quanto il “protocollo” prevedeva che la sua quarantena di 14 giorni fosse sufficiente. A questo punto il dubbio è inevitabile: siamo sicuri che queste linee guida siano corrette e che non favoriscano nuove
infezioni? Peter Gomez ha girato la domanda a Sono le Venti al professor Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. La risposta è stata che quanto detto dall’Ats, in relazione al protocollo, sarebbero «indicazioni farlocche», che «il protocollo in base alle nuove conoscenze non è più attuale» e che non darebbe più «una soluzione di garanzia». E allora perché non viene rivisto?
E soprattutto, siamo sicuri che non ci siano gli estremi per una responsabilità civile, amministrativa o addirittura penale in capo alle istituzioni? Se io non tamponato, ma positivo inconsapevole, esco dopo 14 giorni dalla scomparsa dei sintomi come suggerito dal “protocollo”, incontro mio nonno, lo contagio e muore, chi è il responsabile di questa morte? Io oppure l’ente pubblico, che dovrebbe tutelare la nostra salute e chemi ha fornito queste indicazioni “farlocche”?