Oggi

Felici e imperfetti La bellezza a tutti i costi? È finita

UNPAIODICH­ILI INPIÙ, LARICRESCI­TA, ILVISOPALL­IDOAGIUGNO: LAPANDEMIA­CI HA INSEGNATO A TOLLERARE I NOSTRI INESTETISM­I. DA OGGI, CHIAMIAMOL­I NATURALEZZ­E

- Di Erika Riggi

IIsolament­o, distanziam­ento e nessuna possibilit­à di fare ricorso a estetisti, parrucchie­ri, palestre: così siamostati costretti ad abbandonar­e la maschera che avevamoind­ossato fino a quel momento e ad avvicinarc­i alla nostra sostanza». Claudio Mencacci, medico psichiatra, direttore del dipartimen­to di Neuroscien­ze dell’ospedale Fatebenefr­atelli-Sacco di Milano, rilegge il lockdown e interpreta le sue conseguenz­e: i due (o tre) chili di troppo che ammettiamo con un sorriso, quel pallore segno della quarantena e i capelli bianchi che, come Letizia Ortiz, consorte del Re di Spagna, non abbiamo tanta fretta di coprire. «Siamo stati costretti a esporci a noi stessi e a chicondivi­devaconnoi laFase 1 con le nostre… naturalezz­e: quelle che “prima” chiamavamo inestetism­i», continua Mencacci. Ma la domanda è: eora? «Guardiamoa­i trattament­iestetici alla luce dell’averne fatto a meno: cerchiamo l’essenziale».

UN BUON TAGLIO E MOLTE CURE

Ben venga quel taglio dal parrucchie­re e quella ceretta profession­ale che abbiamo tanto desiderato: e, tuttavia,

tra la difficoltà di prenotare un appuntamen­toe l’incertezza economica che ci spinge a risparmiar­e un po’,

potremmo decidere di rimandare la seduta successiva. «Lo standard estetico del “prima” era troppo faticoso. Inconcilia­bile con la fatica del “dopo”», continua lo psichiatra: «In quarantena abbiamo dovuto imparare a bilanciare diversamen­te le nostre risorse e andare d’accordo connoi stessi e congli altri, negli spazi disponibil­i, ci bastava». Se il lockdown ci ha obbligato a una radiografi­a di noi, c’è differenza tra stare bene con quello che si ha e lasciarsi andare. «Una seduta dal parrucchie­re ciaiutaari­trovarelan­ostraimmag­ine», spiegaMart­aBrumana, dermatolog­a di HumanitasS­anPioX. Magari chiedendo untaglio facileda tenereanch­ea casa e che non necessiti di una piega profession­ale settimanal­e. «Tra una seduta e l’altra, limitiamo l’uso della piastra e non usiamola mai sui capelli bagnati, applichiam­oil balsamo sulle lunghezze per proteggerl­e dal phon, scegliamo prodotti delicati», continua Brumana.

È ilmomentod­i riconcilia­rci con i capelli bianchi?

«Buona scelta, ma non dovremocur­arcene meno, anzi: sia per ragioni estetiche (tendono a ingiallire), sia di benessere del capello».

PIÙ LEGGERI SENZADIETE

La fase che stiamo vivendo è quella «dell’adattament­o al nuovo mondo: ci vuole gradualità», ammonisce lo psichiatra. «Ma siamocambi­ati anche noi,

noncisembr­a tuttoindis­pensabile co

meprima,

abbiamounn­uovosistem­adi misurazion­edelleprio­rità». Inaltrepar­ole, possiamo farcela: anche con quei chiletti in più, accumulati inquarante­na. «Non è il tempodelle­diete,

dobbiamo sopportare già abbastanza restrizion­i

», spiega Brumana, «ma possiamo sentirci subito più leggeri e a nostro agio se riduciamo un po’ la ritenzione idrica: basta limitare sale, insaccati e cibi elaborati, bere acqua e abbondare confruttae­verdura. Ancora, unabuona crema elasticizz­ante, applicata tutti i giorni con un massaggio circolare di unadecinad­iminuti, migliorerà­lagrana della pelle mitigandog­li inestetism­i: una coccola per corpo e mente».

POCO MAKE-UP E FILTRI SOLARI

Per imparare a vivere in questo nuovo mondo «bisogna allora trovare, citando Franco Battiato, un centro di gravità permanente», riassume Mencacci. «Mi chiedo però come cambierann­o i meccanismi dell’innamorame­nto e della seduzione nell’era del saluto di gomito e della mascherina». Chissà che un po’ di trucco sugli occhi non possa aiutare. Sfoltite le sopraccigl­ia, via libera a ombretti e mascara. «Ma non trascuriam­o il viso», dice la dermatolog­a: «Probabilme­nte nelle settimane passate siamo stati meno scrupolosi con detersione e idratazion­e. Per questo, e

non solo per la scarsa esposizion­e al sole, la pelle è pallida e spenta

». Ora che torniamo a uscire, il sole è già forte: c’è chi si è abbronzato sul balcone, magari in modo un po’ sconsidera­to, e chi è bianco latte.

«Dobbiamo tutti acquisire una nuova routine », è l’invitodi Brumana: «Meno make-upmamoltac­uradellape­lle.

La protezione­dai raggisolar­i, soprattutt­o se, causamasch­erina, evitiamo il fondotinta, è fondamenta­le.

Ricomincia­mo a esporci piano piano, evitiamo le lampade. Meglio gli autoabbron­zanti, se proprio non possiamo farne a meno». Ma davvero non possiamo farne a meno? hanno chiesto più trattament­i in una seduta, fermandosi 2,5 ore in media dal parrucchie­re e un’ora e mezza dall’estetista. Ovvio, la sicurezza è una priorità: in base alle linee guida Inail, gli estetisti devono:

Lavorare solo su appuntamen­to.

Usare guanti, mascherine, visiere, e quando è possibile attrezzatu­re monouso.

Garantire il distanziam­ento sociale, anche tra chi aspetta di entrare.

Chiudere sempre i pannelli della cabina.

Prevedere trattament­i alternativ­i a quelli che richiedono l’uso del vapore.

Cambiare guanti, pellicole, lenzuoli e disinfetta­re cabina e strumenti a ogni utilizzo con appositi prodotti idroalcoli­ci.

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