Felici e imperfetti La bellezza a tutti i costi? È finita
UNPAIODICHILI INPIÙ, LARICRESCITA, ILVISOPALLIDOAGIUGNO: LAPANDEMIACI HA INSEGNATO A TOLLERARE I NOSTRI INESTETISMI. DA OGGI, CHIAMIAMOLI NATURALEZZE
IIsolamento, distanziamento e nessuna possibilità di fare ricorso a estetisti, parrucchieri, palestre: così siamostati costretti ad abbandonare la maschera che avevamoindossato fino a quel momento e ad avvicinarci alla nostra sostanza». Claudio Mencacci, medico psichiatra, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, rilegge il lockdown e interpreta le sue conseguenze: i due (o tre) chili di troppo che ammettiamo con un sorriso, quel pallore segno della quarantena e i capelli bianchi che, come Letizia Ortiz, consorte del Re di Spagna, non abbiamo tanta fretta di coprire. «Siamo stati costretti a esporci a noi stessi e a chicondividevaconnoi laFase 1 con le nostre… naturalezze: quelle che “prima” chiamavamo inestetismi», continua Mencacci. Ma la domanda è: eora? «Guardiamoai trattamentiestetici alla luce dell’averne fatto a meno: cerchiamo l’essenziale».
UN BUON TAGLIO E MOLTE CURE
Ben venga quel taglio dal parrucchiere e quella ceretta professionale che abbiamo tanto desiderato: e, tuttavia,
tra la difficoltà di prenotare un appuntamentoe l’incertezza economica che ci spinge a risparmiare un po’,
potremmo decidere di rimandare la seduta successiva. «Lo standard estetico del “prima” era troppo faticoso. Inconciliabile con la fatica del “dopo”», continua lo psichiatra: «In quarantena abbiamo dovuto imparare a bilanciare diversamente le nostre risorse e andare d’accordo connoi stessi e congli altri, negli spazi disponibili, ci bastava». Se il lockdown ci ha obbligato a una radiografia di noi, c’è differenza tra stare bene con quello che si ha e lasciarsi andare. «Una seduta dal parrucchiere ciaiutaaritrovarelanostraimmagine», spiegaMartaBrumana, dermatologa di HumanitasSanPioX. Magari chiedendo untaglio facileda tenereanchea casa e che non necessiti di una piega professionale settimanale. «Tra una seduta e l’altra, limitiamo l’uso della piastra e non usiamola mai sui capelli bagnati, applichiamoil balsamo sulle lunghezze per proteggerle dal phon, scegliamo prodotti delicati», continua Brumana.
È ilmomentodi riconciliarci con i capelli bianchi?
«Buona scelta, ma non dovremocurarcene meno, anzi: sia per ragioni estetiche (tendono a ingiallire), sia di benessere del capello».
PIÙ LEGGERI SENZADIETE
La fase che stiamo vivendo è quella «dell’adattamento al nuovo mondo: ci vuole gradualità», ammonisce lo psichiatra. «Ma siamocambiati anche noi,
noncisembra tuttoindispensabile co
meprima,
abbiamounnuovosistemadi misurazionedellepriorità». Inaltreparole, possiamo farcela: anche con quei chiletti in più, accumulati inquarantena. «Non è il tempodellediete,
dobbiamo sopportare già abbastanza restrizioni
», spiega Brumana, «ma possiamo sentirci subito più leggeri e a nostro agio se riduciamo un po’ la ritenzione idrica: basta limitare sale, insaccati e cibi elaborati, bere acqua e abbondare confruttaeverdura. Ancora, unabuona crema elasticizzante, applicata tutti i giorni con un massaggio circolare di unadecinadiminuti, miglioreràlagrana della pelle mitigandogli inestetismi: una coccola per corpo e mente».
POCO MAKE-UP E FILTRI SOLARI
Per imparare a vivere in questo nuovo mondo «bisogna allora trovare, citando Franco Battiato, un centro di gravità permanente», riassume Mencacci. «Mi chiedo però come cambieranno i meccanismi dell’innamoramento e della seduzione nell’era del saluto di gomito e della mascherina». Chissà che un po’ di trucco sugli occhi non possa aiutare. Sfoltite le sopracciglia, via libera a ombretti e mascara. «Ma non trascuriamo il viso», dice la dermatologa: «Probabilmente nelle settimane passate siamo stati meno scrupolosi con detersione e idratazione. Per questo, e
non solo per la scarsa esposizione al sole, la pelle è pallida e spenta
». Ora che torniamo a uscire, il sole è già forte: c’è chi si è abbronzato sul balcone, magari in modo un po’ sconsiderato, e chi è bianco latte.
«Dobbiamo tutti acquisire una nuova routine », è l’invitodi Brumana: «Meno make-upmamoltacuradellapelle.
La protezionedai raggisolari, soprattutto se, causamascherina, evitiamo il fondotinta, è fondamentale.
Ricominciamo a esporci piano piano, evitiamo le lampade. Meglio gli autoabbronzanti, se proprio non possiamo farne a meno». Ma davvero non possiamo farne a meno? hanno chiesto più trattamenti in una seduta, fermandosi 2,5 ore in media dal parrucchiere e un’ora e mezza dall’estetista. Ovvio, la sicurezza è una priorità: in base alle linee guida Inail, gli estetisti devono:
Lavorare solo su appuntamento.
Usare guanti, mascherine, visiere, e quando è possibile attrezzature monouso.
Garantire il distanziamento sociale, anche tra chi aspetta di entrare.
Chiudere sempre i pannelli della cabina.
Prevedere trattamenti alternativi a quelli che richiedono l’uso del vapore.
Cambiare guanti, pellicole, lenzuoli e disinfettare cabina e strumenti a ogni utilizzo con appositi prodotti idroalcolici.