TRE DEI SUOI FRONTI APERTI
Sopra, Giuseppe Conte. A sinistra, il segretario della Lega Matteo Salvini, 47.
Sotto, a sinistra, Alessandro Di Battista, 41, picconatore “ortodosso” dei Cinquestelle (si dice punti alla leadership) e, a destra, Carlo Bonomi, 53, presidente di Confindustria, super critico.
M atteo Salvini non gliene fa passare una. E ci sta: è il capo dell’opposizione. Alessandro Di Battista gli mette i bastoni fra le ruote. E già ci sta meno, essendo Conte non iscritto ma espressione dei Cinquestelle, di cui Dibba è esponente di spicco pur non essendo più parlamentare. Poi c’è Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che, da quando è stato eletto, non gli lesina critiche. A questo, va aggiunta la trattativa (in alto mare) con i Paesi così detti “frugali” dell’Unione Europea, che vorrebbero molto ridimensionare gli aiuti Ue ai Paesi colpiti dal Covid-19 (Italia in testa). Ma l’elenco dei grattacapi con cui Conte si confronta mentre costruisce il Piano di rilancio nazionale non si ferma qui. Vanno aggiunte l’inchiesta della Procura di Bergamo sulla mancata istituzione della “zona rossa” nel bergamasco a marzo (la cui responsabilità si rimpallano governo e Regione Lombardia) e le guerre interne ai due partiti, Cinquestelle e Pd, che sostengono il Governo, entrambi alle prese con leadership ballerine. Insomma, c’è da fare.
Idrossiclorochina, ovvero il farmaco che Donald Trump prendeva addirittura (e insensatamente) in modo preventivo? Bocciato e sperimentazione sospesa. I due tamponi negativi consecutivi per dichiarare “guarita” una persona che ha contratto il virus e, in casi minoritari, la malattia? Inutili secondo l’Oms, che ha abbassato a tre i giorni il periodo tra fine dei sintomi e fine della contagiosità e quindi l’inizio della riconquistata libertà (anche se l’Italia non ha ancora rivisto i suoi protocolli). Per ridurre la mortalità? Basta il vecchio cortisone, anche se i britannici che hanno pubblicato gli