PROCESSO INFINITO ENNESIMO COLPO DI SCENA
tografie, documentando come all’epoca quei sigilli non fossero violati. Soltanto che non lo scrisse mai in una relazione, tantomeno informò gli ispettori del ministero, quando questi giunsero a Como per indagare sulla distruzione. Perché?
UNA SMITH & WESSON SULLA SCRIVANIA
Ma non basta. Nella relazione fatta dalla dottoressa Valsecchi sulle condizioni dell’ufficio che si apprestava ad occupare, erano riportate cose da brividi: raccontò che vi erano reperti privi di riferimenti ai relativi processi, appoggiati per terra, senza custodia; un fucile che risultava già riconsegnato ai Carabinieri; addirittura una pistola Smith& Wesson appoggiata su una scrivania. La pistola poi scompare, così come tre orologi rinvenuti erano poi spariti nel nulla. La Procura aveva allora attivato delle telecamere, ma non era emerso niente. Di fatto, nel marzo 2019, gli ispettori del ministero scovarono successivamente involucri di reperti di valore aperti senza sigilli né verbali, 19 armi e centinaia di proiettili privi di riferimenti. Annotarono la mancanza nell’ufficio di droga sequestrata, Cct falsi, gioielli e segnalarono che neppure si sapeva quante armi esattamente mancassero all’appello, tanto da dover interrompere l’ispezione in attesa della bonifica dei registri. Dove siano finiti tali reperti di numerosi procedimenti, ad ora non si sa. Eppure, gli ispettori erano già stati a Como, stavolta per un’ispezione ordinaria, nel 2017: avevano notato che mancava perfino l’elenco generale dei reperti, e che c’erano lì armi addirittura dal 1974, perché praticamente a Como si distruggeva o riconsegnava poco o niente.
QUELLE STRANE COINCIDENZE
Ulteriore anomalia: dopo quella visita, l’allora presidente del Tribunale Anna Introini, per fare pulizia, chiese a Tucci e Fusaro di distruggere esclusivamente i reperti dei procedimenti dell’ex Pretura e di catalogare tutti gli altri. Invece, all’inceneritore, come sottolinea la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi nell’opposizione alla richiesta di archiviazione, finirono i reperti della strage di Erba, che con la Pretura non c’entravano nulla. Ma non tutti: solo quelli di cui, originale coincidenza, la difesa aveva chiesto le analisi. Gli altri, uno dopo l’altro, stanno emergendo dalle anguste stanze del tribunale.
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