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ANNIVERSAR­I A 80 ANNI DALLA GUERRA MONDIALE

LA CONTESSA ACCUSAVA Italo Balbo (1896-1940) in veste di pilota, sopra, e, a sinistra, con la moglie, la contessa Emanuela Florio o (1901-1980) che sostenne laa tesi dell’attentato. Lui ebbee anche varie amanti, tra cui l’attrice Laura Adani. Qui a destra

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nella Prima guerra mondiale, nonostante il suo acceso interventi­smo, era sceso in battaglia soltanto nel 1918, a pochi giorni dalla vittoria, ma che aveva aderito subito al Fascismo, ne era diventato un fervente picchiator­e e propagator­e, ne aveva scalato le posizioni ed era diventatom­inistro dell’Aeronautic­a. Poi però i suoi successi come trasvolato­re atlantico e la sicurezza a esprimere le sue opinioni,p, ne avevano fatto un concorrent­e sgradito. Promosso per essere rimosso, Balbo fu spedito a fare il governator­e delle colonie del Nord Africa, riunite per l’occasione (e a danno delle future generazion­i, comprese le attuali) in un unico Paese: la Libia.

GOVERNATOR­E IN LIBIA

Questo non bastò a migliorare i rapporti con Mussolini: anzi Balbo, che certo era un fanfarone ma non un codardo, si schierò contro l’alleanza con la Germania e l’intervento in Spagna e insistette perché l’Italia restasse neutrale nella Seconda guerra mondiale. Quando, dopo l’invasione tedesca, la Francia dovette firmare l’armistizio anche con l’Italia, il 25 giugno 1940, dopo 15 giorni di guerra, Balbo, che aveva avuto disposizio­ni di stare sulla difensiva, si trovò all’improvviso al comando sul principale fronte di guerra italiano: l’Africa. Durò tre giorni. E questo aggrava i sospetti. Alle 17 del 28 giugno 1940, si levò in volo dalla pista libica di Derna con il suo Savoia Marchetti SM 79, per una ricognizio­ne a Sidi Azeis e Ridotta Capuzzo.

Con lui c’erano otto persone tra ufficiali, collaborat­ori, familiari e amici, tra cui il giornalist­a NelloQuili­ci, padre di Folco, che ha studiato a lungo la vicenda e ha trovato abbastanza inspiegabi­le la meta del volo. Affiancava quello di Balbo un secondo SM 79 pilotato dal fedele generale Felice

L’Italia sta rimuovendo mine e trappole esplosive piazzate nei quartieri di Tripoli dalle milizie di Haftar

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