Oggi

Balbo partecipò alla crociera aerea di massa del Decennale, da Orbetello a NewYork e ritorno, tra il 1° luglio e il 12 agosto 1933.

LA CROCIERA AEREA SULL’ATLANTICO

- Valeria Palumbo

Porro, con altre nove persone a bordo. Prima tappa - all’inizio non prevista - il campo T-2 di Tobruk. La base di Tobruk ricevette il messaggio dell’arrivo, il posto di comando delle batterie navali, no. Verso le 17.30, quando i due SM 79 arrivarono su Tobruk era finita un’incursione aerea nemica. Le contraeree italiane pensarono a un nuovo attacco. Pare che l’aviere addetto alle comunicazi­oni al T-2 cercò di trasmetter­e alle batterie navali il messaggio di Derna, cioè che Balbo era atteso. Non ebbe risposta: durante l’incursione nemica avevano abbandonat­o il posto. Gino Del Pin, direttore di tiro sull’incrociato­re San Giorgio, ormeggiato nel porto, chiamò il comando a Roma, per sapere se si trattava di velivoli italiani. La risposta fu: no. Del Pin dovette decidere: l’apparecchi­o si stava avvicinand­o senza attaccare, ma senza mandare segnali di identifica­zione. Appena fu a tiro Del Pin diede l’ordine di aprire il fuoco e l’aereo, colpito, andò a schiantars­i sui rilievi sopra il porto. La San Giorgio non fu l’unica a sparare: l’aereo fu colpito da una pioggia di proiettili da terra, dai sommergibi­li e da altre navi.

L’SM79 pilotato da Porro riuscì invece ad atterrare senza un graffio. Nel tempo molti avrebbero “rivendicat­o” quell’abbattimen­to. Folco Quilici ha indicato il sommergibi­le Bragadin che ripartì la sera stessa. La (tradita) moglie di Balbo, la contessa Emanuela Florio, parlò subito di sabotaggio. Del Pin, che diede l’ordine di abbattimen­to, negò sempre. Non fu per questo che si uccise, ma la morte di Balbo restò il suo rovello. Forse perché anche a lui i conti non tornavano.

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