Mario Draghi A Palazzo Chigi ha cambiato ufficio e anche menu
IL NUOVO PREMIER HA SCELTOLA STANZA PREFERITA DA ENRICO LETTA E IN CUCINA SONO COMPARSI FRITTURA DI PESCE, RAVIOLI E CROSTATA DI VISCIOLE. TRA L’ADDIO AI SOCIAL, LA RINUNCIA ALL’ALLOGGIO E L’AUTO TEDESCA, ECCO TUTTE LE NOVITÀ
Prima e dopo. Giuseppe Conte preferiva le mascherine in tessuto con il logo dell’Italia ricamato sopra, che commissionava a un negozio di fiducia, mentre Mario Draghi - dopo aver provato le Ffp2 - ha virato sulle mascherine azzurre con il logo della presidenza del Consiglio che gli danno un tocco più istituzionale. Conte era famoso per la sua pochette a quattro punte; Draghi di solito si limita a esibire sul bavero della giacca la rosetta da Cavaliere dellaRepubblica. Quando si son passati la campanella ( ben disinfettata), l’avvocato sfoggiava una cravatta azzurra a pois, mentre il neo premier una rossa, sempre a pois. Il look non è però l’unica cosa che divide il precedente presidente del Consiglio da quello attuale. Il governo è nato da pochi giorni, ma a Palazzo Chigi è già tutto diverso.
IN STATION WAGON
Ohibò, l’auto di Mario Draghi, quella con cui si è presentato al Quirinale, è tedesca, una Volkswagen Passat Alltrack, dettaglio che ha fatto storcere il naso a qualche senatore sovranista. Giuseppe Conte, nella primavera del 2018, optò invece per un taxi (certamente più sobrio della sua Jaguar XJS del 1996) e varcò la soglia del Quirinale a piedi. L’ultimo a presentarsi dal presidente della Repubblica a bordo di un’auto italiana, una Fiat Ulysse, era stato Enrico Letta: correva l’anno 2013, ad accoglierlo Giorgio Napolitano. Un anno dopo, Matteo Renzi raggiunse il palazzo presidenziale alla guida di una Smart (tedesca anche quella).
Paolo Gentiloni, nel 2016, viaggiava pure lui su una Volkswagen ma, a differenza di quella dell’ex governatore della Bce, non era una famigliare. Ognuno, a modo suo, ha preso le distanze dalle auto blu, diventate simbolo dei privilegi della casta. Così anche Draghi, con la sua station wagon grigia, seppur blindata, seppur tedesca.
ORA, AL PRIMO PIANO
Dopo aver selezionato ministri, sottosegretari e i componenti del suo team alla presidenza del Consiglio, mister Whatever it takes ha scelto in quale ufficio di Palazzo Chigi lavorare.
Si è sistemato al primo piano, nello studio d’angolo che affaccia su piazza Colonna e via del Corso, arredamento discreto e fregi secenteschi sulle pareti, preferito in passato da Enrico Letta e snobbato da Bettino Craxi negli anni Ottanta, prima dei lavori di ristrutturazione, perché considerato a quel tempo troppo fatiscente dall’allora segretario del Psi. Diversamente, poi, da Giuseppe Conte, Draghi ha detto no alla formula “casa e bottega”: l’appartamento al terzo piano del palazzo, di circa 120 metri quadri, occupato dal precedente premier (e prima di lui da Matteo Renzi, Mario Monti e Silvio Berlusconi) rimarrà vuoto. Il presidente del Consiglio a tarda sera torna nella sua casa ai Parioli, in viale Bruno Buozzi.
GIUDICATEMI PER QUELLO CHE FACCIO, NON PER QUELLO CHE SONO
DIAMOCI DEL LEI
Conte chiamava Casalino: «Roccobello». Draghi e la sua nuova portavoce, Paola Ansuini, al contrario si danno rigorosamente del lei.
Ma i due si conoscono da lustri: il premier, nel 2006, quando assunse il timone di Bankitalia, affidò la comunicazione di Palazzo Kock proprio allaAnsuini, mamma e divoratrice di libri, grande amante dei cani e allergica ai social. L’opposto di Casalino in tutto e per tutto, teorica della comunicazione essenziale che tanto piace al nuovo presidente del Consiglio, meno rumors e più concretezza sono la sua stella polare. L’ultima portavoce donna di un premier era stata Elisabetta ( Betty) Olivi, chiamata alla presidenza del Consiglio da Mario Monti. A proposito: la Ansuini ha rinunciato a occupare l’ufficio che fino a pochi giorni fa era di Roccobello, tra i più ampi del palazzo, che adesso ospita il capo di gabinetto del premier, Antonio Funiciello.
UN DEBOLE PER I ROSSI
La rivoluzione Draghi non risparmia nemmeno i fornelli di Palazzo Chigi. Mentre l’ex numero uno della Bce si cucinava i leader dei partiti durante le consultazioni, i cuochi della presidenza del Consiglio già cucinavano i suoi piatti preferiti per allenarsi e mettere a punto un menu su misura per lui.
Conte andava avanti a bistecche, mentre uno dei piatti preferiti dal neo premier sono gli spaghetti ai ricci di mare, che però sarebbero stati scartati perché poco sobri e in contrasto con lo stile e il basso profilo della nuova presidenza del Consiglio. Meglio una frittura di pesce, altro piatto molto apprezzato da Super Mario. Poi: ravioli ripieni, braciola di maiale in salsa, pici al ragù. Capitolo dessert: la crostata alla marmellata di visciole, il premier ne va ghiotto. Quanto al vino, Draghi ha un debole per i rossi della Sicilia.