IL PIACERE DI ESSERE IGNORATO
Se la presenza di Clooney ha attirato sul lago turisti e paparazzi, i laghee non l’hanno mai degnato d’attenzione. Come testimonia un osservatore speciale
Una sera di 21 anni fa, da poco diventato direttore del quotidiano di Como La Provincia, andai a cena in un ristorante che si chiamava, e si chiama tuttora, Navedano. Un locale elegante, ma non proprio in una delle più belle zone della città: la vista non è sul lago né sul centro, e per arrivarvi bisogna percorrere la non molto romantica strada cosiddetta delle tintorie, che un tempo lì s’addensavano sfruttando la vicinanza di un torrente, il Cosia. E tuttavia, nonostante la location, c’era una tavolata, quella sera, con una quindicina di americani. «Sono arrivati qui ieri da New York per festeggiare il cinquantesimo compleanno di una di loro», mi disse il proprietario, «e ripartono domani». Una trasferta folle, agli occhi di un italiano e ancor di più di un comasco: ma eccitante per gli americani sedotti dall’effetto Clooney. Da pochi mesi il divo di Hollywood era infatti venuto a stare nel Comasco, e precisamente a Laglio, dove aveva acquistato Villa Oleandra. E non è che fino ad allora quel ramo del lago di Como non fosse già celeberrimo. C’erano già, a Cernobbio, la magnifica Villa d’Este e il Forum Ambrosetti; Gianni Versace era venuto a stare a Villa Fontanelle, a Moltrasio, fin dal 1977; e già nel Sette e Ottocento i letterati di tutta Europa passavano dal lago di Como per il loro Grand Tour, diretti poi a Venezia, Roma, Firenze, Napoli. Ma nessuno mai come George Clooney aveva reso Como e il suo lago tanto attraenti da festeggiare un compleanno newyorkese nella zona delle tintorie del Cosia. Si capì ben presto che erano più gli stranieri a essere incuriositi dalla presenza di Clooney. Ai comaschi sembrò non fregare di meno. E bisogna conoscere appunto i comaschi, e soprattutto i cosiddetti laghee, per capirlo: se il marziano di Flaiano a Roma aveva destato qualche curiosità almeno all’inizio, Clooney a Como fu ignorato, dagli indigeni, fin da subito.
Ma è proprio questo il motivo per cui il Divo, a Villa Oleandra, stava benissimo. Poteva andare indisturbato dal barbiere e in edicola; giocare a basket nel campetto dell’oratorio di Carate Urio; girare in bicicletta o in moto. Non si sa se più per indifferenza o più per rispetto, ma nessuno gli rompeva le scatole. Sono stati invece i fotoreporter, soprattutto stranieri, a tormentarlo, tanto che lui ha dovuto dotare i balconi e le terrazze della villa di una fitta vegetazione anti-curiosi; e le recinzioni di vetri anti-flash. Ora Clooney si è stufato di Como? Delle sue cene al Gatto Nero e all’Harry’s Bar di Cernobbio? Qualcuno dice che qualcosa è cambiato dopo il matrimonio con Amal. Lei esce sempre così elegante che pare si aspetti ovunque un red carpet: e tanto sfoggio, a Como, non trova adeguato parterre. Forse è per questo che la coppia ha acquistato una villa in Provenza, non lontana da Saint-Tropez.
O forse questa storia di Villa Oleandra in vendita è solo una burla, come quella che Clooney organizzò annunciando di ospitare le nozze tra Brad Pitt e Angelina Jolie, in modo tale da far venire a Laglio, per niente, centinaia di fotoreporter, dei quali si poté così finalmente vendicare.