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TUTTO VERO IO, ALBA E LA FELICITÀ

Per Luca Trapanese, gay e single, la paternità sembrava impossibil­e. Poi nella sua vita è entrata una bimba senza famiglia: «È diventata mia figlia quando l’ho presa in braccio»

- di CRISTINA ROGLEDI

Il giudice mi disse: «Gliela lasceremo solo un mese». Invece dopo un anno mi ha consegnato il decreto di adozione

— Luca Trapanese

« Sono diventato padre la prima volta che ho preso in braccio Alba, in ospedale. È la mia carne, è come se l’avessi partorita io». Lei aveva 27 giorni, era già bellissima, ed era nata con la sindrome di down. Per questo la sua famiglia aveva deciso di non riconoscer­la.

Lui, Luca Trapanese, 46 anni, tre trascorsi in seminario convinto di diventare sacerdote, una laurea in Conservazi­one beni culturali e una in Scienze dell’educazione, fondatore di A Ruota Libera Onlus, comunità di ragazze disabili, è il suo papà. Luca è il primo caso in Italia di genitore single ad aver adottato una bambina down. Si sono incontrati il 29 luglio del 2017, nella nursery di un ospedale di Napoli dopo che sette coppie idonee all’adozione avevano rifiutato questa possibilit­à. Da allora lui e Alba sono diventati una famiglia. La legge prevede, infatti, che i single in casi particolar­i possano adottare minori con gravi disabilità o vittime di abusi e violenze, bambini considerat­i difficilme­nte collocabil­i.

«Da anni sentivo il desiderio di paternità, anche come uomo single e omosessual­e. Da quando avevo 16 anni vivo nel mondo della disabilità, ero preparato, la mia vita mi aveva già portato a pensare che la disabilità non fosse un problema. E chi mi conosce sostiene che sono padre da sempre», ha raccontato in una delle sue interviste Luca Trapanese, diventato nel frattempo Assessore alle politiche sociali del comune di Napoli.

Dopo una lunga relazione conclusa, Trapanese ha deciso di tentare da solo la strada della paternità e scoperto che il comune di Napoli aveva istituito il registro degli affidi per single, ha fatto le pratiche per diventare genitore affidatari­o. «Dopo 5 mesi mi hanno chiamato. Ero in vacanza con un gruppo di 20 bimbi di cui la maggior parte disabili. Il giudice mi disse “è una bambina, ha la sindrome di down. Gliela lasceremo solo un mese”, io risposi: “Quando posso venire a prenderla?”. Una settimana dopo ero da lei e la mia vita è stata rivoluzion­ata. La nostra vita, anzi, perché Alba è diventata subito il fulcro di tutta la mia famiglia, senza difficoltà, perché ho sempre coinvolto tutti nella mia vicinanza al mondo della disabilità. Alba mi ha cambiato», ha spiegato tante volte questo papà indaffarat­o tra bambole e costruzion­i. Ha reso la mia vita bellissima. Non potrei mai tornare indietro».

Oggi Alba ha 6 anni, Trapanese ha raccontato la sua esperienza in un libro Nata per te scritto con Luca Mercadante (Einaudi) che è diventato il film di cui parliamo nelle pagine precedenti. «Quando Alba ha compiuto un anno, il magistrato ci ha chiamato e ci ha consegnato il decreto di adozione, il regalo più bello per noi. Dopo quel famoso mese, avevo chiesto l’affido preadottiv­o e poi l’adozione speciale».

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Luca Trapanese, 46, con la figlia Alba, 6. Sono una famiglia da quando la bambina aveva 27 giorni e, nata con la sindrome di Down, non era stata riconosciu­ta dai genitori. Trapanese, pur single, l’ha prima ricevuta in affido e poi ha potuto adottarla.
INSEPARABI­LI DA 6 ANNI Luca Trapanese, 46, con la figlia Alba, 6. Sono una famiglia da quando la bambina aveva 27 giorni e, nata con la sindrome di Down, non era stata riconosciu­ta dai genitori. Trapanese, pur single, l’ha prima ricevuta in affido e poi ha potuto adottarla.

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