FATE IL TAGLIANDO ALLE VOSTRE BOLLETTE
Analizzate le voci e, se qualcosa non torna, presentate un reclamo. Ma soprattutto cambiate fornitore ogni anno
Rialzi in vista per le bollette. Da ottobre riscaldare e illuminare le nostre abitazioni ci costerà di più: il 7-10% per l’energia elettrica, come minimo il 2% per il gas, secondo le ultime stime di Nomisma Energia. Senza considerare che, nonostante i ribassi dei mesi scorsi, i prezzi sono ancora molto più alti rispetto al periodo pre-Covid e guerra in Ucraina.
Il governo ha appena prorogato il bonus bollette, una misura che interessa le famiglie con Isee inferiore ai 15 mila euro (30 mila euro con più di tre figli). Ma questo non basta. Eppure, tagliare i costi dei nostri consumi energetici è possibile. Come? Facendo il tagliando alle nostre bollette, con l’aiuto e i consigli degli esperti di Billoo (vedere riquadro in basso).
LA GIUSTA LETTURA
Il primo passo è imparare a conoscere le voci che compongono la fattura. L’errore più comune è infatti dividere il costo della bolletta per il totale di kilowatt o metri cubi di metano consumati, ma il risultato non dà il prezzo della materia prima che abbiamo consumato: quello è indicato nell’apposita voce, così come il totale dei consumi del periodo. Ma ci sono altri elementi che vanno a comporre il costo finale, dalla spesa per il trasporto agli oneri di sistema, da Iva e accise al prezzo di commercializzazione, fino a voci aggiuntive, in genere nella parte di spese commerciali, a volte previste dal proprio contratto di fornitura in clausole che non sempre sappiamo di aver sottoscritto.
RECLAMI
Non è semplice scoprire costi non dovuti nella nostra fattura energetica. L’Autorità per l’energia Arera impone infatti che sia tutto esplicitato, ma
la quantità di informazioni può risultare eccessiva. E poco confrontabile tra bolletta e bolletta, perché ogni operatore chiama gli elementi aggiuntivi in maniera differente. Provarci però, magari con l’aiuto di esperti, può farci risparmiare, e pure molto. Il passo successivo è presentare un reclamo, seguendo una procedura molto precisa fissata da Arera: bisogna presentare una “richiesta di informazioni”, sempre via pec (posta elettronica certificata). Vanno poi indicati tutti i dati del cliente e del contatore, il periodo di fatturazione e le voci esatte di cui si chiede conto. L’operatore, se il reclamo è stato presentato in maniera corretta, è obbligato a rispondere. Mentre Arera diventa una sorta di “mediatore” se si arriva a un iter di conciliazione.
GESTIONE DINAMICA
Nel 2024 doveva arrivare, dopo anni di annunci e rinvii, lo stop definitivo al mercato tutelato, cioè con tariffe fissate da Arera, con il passaggio completo a quello libero. Ma nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare di un nuovo slittamento. Che l’obbligo scatti o no, il modo migliore per risparmiare è cambiare spesso operatore, anche ogni anno. Quando si apre un nuovo contratto, infatti, le tariffe proposte sono sempre più convenienti, per poi riallinearsi dopo qualche tempo. Sfruttare la concorrenza tra gli operatori, insomma, può tagliare le nostre spese anche di centinaia di euro l’anno.