ALLA PROVA DEI TASSI
I continui aumenti delle Banche centrali pesano sui finanziamenti creditizi. Surroghe e rimodulazioni dei debiti possono aiutare
La guerra all’inflazione dichiarata dalle Banche centrali colpisce dritto al portafoglio chi ha chiesto denaro in prestito o acceso un mutuo. Mentre Jerome Power della Fed ha lasciato i tassi invariati, pur ammettendo altri interventi, la scelta di Christine Lagarde della Bce, a metà settembre, ha portato al decimo rialzo nel giro di 14 mesi e si è tradotto in un aumento dello 0,25% che porterà i tassi al 4,50%. Il rincaro si riflette sui costi per i richiedenti. Secondo un’analisi di Facile.it e Prestiti. it di luglio, per un prestito da 10 mila euro in 5 anni i Taeg medi sono aumentati del 23% in un anno e il Tan medio è passato da 7,05% di luglio 2022 a 8,69% di luglio 2023. A fine prestito, tra interessi e costi accessori, la spesa in più sarà in media di 2.300 euro. E gli italiani si orientano su importi più contenuti. Nei primi 8 mesi dell’anno l’importo medio è di 10.366 euro (-6% rispetto allo stesso periodo del 2022).
Aiuto immediato. In base a una ricerca su un campione di 260 mila richieste, la prima motivazione per cui si varca la soglia di un istituto creditizio è l’esigenza di liquidità, finalità indicata da quasi un richiedente su tre (32,5%, in linea con il valore del 2022). Seguono, in termini percentuali, le richieste per l’acquisto di auto usate (17,7%, la quota è cresciuta del 7% dal 2022) e quelle per il consolidamento debiti (14%). Tra le altre finalità che sono cresciute di più nell’ultimo anno ci sono i prestiti per le cure mediche (+6,3%) e quelli per lo studio (+6,2%). Quest’ultimo è un dato interessante, sono più di 220 milioni di euro le richieste di denaro per far fronte a spese legate a scuola, università e formazione nei primi 8 mesi dell’anno.
Come difendersi. Se ci si trova nella condizione di dover chiedere un aiuto economico o ristrutturare il proprio debito, si deve partire da un approfondito confronto delle offerte disponibili. E in questo il web aiuta, con i suoi comparatori on line, anche se non è semplice districarsi tra formule. Tenete d’occhio il Taeg che esprime il costo totale del finanziamento. Se si dispone di una piccola somma in conto è meglio utilizzarla prima di chiedere denaro. Si eviterà così che venga erosa dall’inflazione. Non esiste una formula di surroga come per i mutui fondiari, ma è possibile traslocare il prestito o parlare con la propria banca per una rimodulazione delle rate. I tassi alti dovrebbe non avere lunga vita.