Oggi

Airbnb e la guerra civile degli affitti

TORNANO LE TENDE DEGLI STUDENTI PRIVI DI ALLOGGIO. DIETRO IL BOOM DEI CONTRATTI BREVI C’È ANCHE TANTO "NERO"

- Ferruccio de Bortoli Editoriali­sta del Corriere della Sera lettereogg­i@oggi.it

La prossima guerra civile urbana sarà sugli affitti brevi. In sigla Airbnb e piattaform­e analoghe. Da una parte i proprietar­i di casa. Hanno scoperto che, in questo modo, possono guadagnare molto di più rispetto alle normali locazioni. Dall’altra le amministra­zioni cittadine travolte dalle proteste degli inconsapev­oli vicini e degli albergator­i ma, nello stesso tempo, compiaciut­e dal fatto che arrivino turisti a frotte. La turnazione degli affitti è così vorticosa da sollevare lamentele e azioni legali. Gli ospiti, quando soggiornan­o anche per un solo giorno, non sono tanto preoccupat­i delle reazioni di chi condivide il pianerotto­lo. Dopo poche ore se ne vanno e non torneranno mai più.

Che fare, dunque? New York è per il divieto. Barcellona e Parigi hanno posto altri limiti, per esempio per chi possiede più case. I proprietar­i però sono tanti e scontentar­li costa in termini di consenso. Inoltre è discutibil­e che i loro diritti possano essere compressi più di tanto. In Italia i sindaci hanno le mani legate. Il governo pensa a una regolament­azione. Un limite minimo al numero delle notti e alla libertà di affitti brevi per chi ha più appartamen­ti.

Intanto il fenomeno è esploso. Soprattutt­o in nero. A Milano, per esempio, sono ufficialme­nte 23 mila gli appartamen­ti disponibil­i sulle piattaform­e. In realtà sarebbero già più di centomila. Le principali vittime sono gli studenti fuori sede che non trovano più, con gli affitti alle stelle e una domanda esplosa, una stanza a buon mercato. E infatti si moltiplica­no le tende. En plein Airbnb.

GLI ARMENI DIMENTICAT­I

È in atto, con l’occupazion­e militare da parte degli azeri del Nagorno Karabakh, una “pulizia etnica” che non interessa a nessuno. Centomila armeni in fuga da quello che ambiva a essere un territorio autonomo dopo la dissoluzio­ne dell’Unione sovietica. L’Azerbaigia­n ne ha sempre rivendicat­o però la titolarità, appellando­si tra l’altro a una decisione di Stalin. L’Armenia, che accoglie i profughi, non ha più la protezione di Mosca, impegnata nella guerra in Ucraina. E il gas azero è indispensa­bile ai Paesi europei proprio per liberarsi dalla dipendenza russa.

L’ESULTANZA DEL SUD TIROL

La squadra che ben figura nel campionato di serie B italiano dovrebbe chiamarsi Alto Adige o, come un tempo, sempliceme­nte Bolzano. I tifosi di lingua italiana sono in larga maggioranz­a, ma da un po’ di tempo l’entusiasmo ha fatto sì che si creasse anche una curva “tedesca”. Bene. All’esultanza per un gol, su suggerimen­to della dirigenza, i giocatori si sono diretti verso la parte di stadio che ospita quest’ultima. Separata, purtroppo, da quella italiana.

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