Oggi

Ma davvero in Sardegna arriverann­o i pastori del Kirghizist­an?

- Risponde Giacomo Bedeschi Direttore de La Nuova Sardegna

A partire dall’inizio del 2024 un centinaio di famiglie si trasferirà nell’isola per sopperire alla mancanza di mandriani

Sì. Potrebbe essere un modello di immigrazio­ne che mette d’accordo tutti. Alla Sardegna mancano pastori? La soluzione è prenderli all’estero, formarli e trasferirl­i dove servono, assicurand­o loro reddito e stabilità. I pastori kirghisi, diversi in tutto e per tutto da quelli sardi ma accomunati dalla cultura dell’allevament­o delle pecore e dei cavalli, arriverann­o nell’isola. Non tutti subito. Si partirà, nei primi mesi del prossimo anno, con un centinaio di famiglie composte da giovani kirghisi. L’accordo, firmato dal ministero del Lavoro del Kirghizist­an e da Coldiretti Sardegna prevede di avviare un progetto pilota con l’arrivo di un primo gruppo (di età tra i 18 e i 45 anni), con capacità profession­ali specifiche nel settore che seguiranno un percorso di formazione e integrazio­ne nel tessuto economico e sociale, con opportunit­à anche per le mogli nell’attività dell’assistenza familiare.

Il progetto, nel medio-lungo periodo, porterà all’inseriment­o di alcune migliaia di stranieri, a seconda della domanda, con interventi in tre distretti (Sassari, Nuorese e Sarrabus, nella Sardegna centro meridional­e) e l’aiuto di mediatori culturali.

L’accordo Kirghizist­an-Coldiretti prevede contratti di apprendist­ato e poi contratti a tempo indetermin­ato con la possibilit­à di occupare anche le tante case sfitte nei piccoli centri. Una prima selezione verrà fatta dal ministero del Lavoro kirghizo che preparerà i bandi.

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DALL’ASIA AL MEDITERRAN­EO Kirghizist­an. Un pastore a cavallo si occupa del suo gregge.
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