Raccolta differenziata: gli enigmi in cucina
Le posate di plastica o l’involucro della mozzarella dove vanno smaltiti? I dubbi più comuni e le istruzioni da appuntare e seguire
La conferma arriva dai numeri: gli italiani sono i più virtuosi d’Europa quanto a raccolta differenziata. Secondo il rapporto GreenItaly 2021 di Fondazione per le qualità italiane Symbola e Unioncamere, siamo il primo Paese europeo per il riciclo dei rifiuti, con una percentuale del 64% sulla produzione nazionale. Soprattutto ormai ne conosciamo tutti i segreti, come il fatto che i gusci di cozze e vongole, non compostabili, vadano nell’indifferenziato. Ogni tanto qualche dubbio, però, può venire ancora. Soprattutto in cucina.
Le “carte”. La carta forno sporca, per esempio, essendo sbiancata chimicamente, va buttata nell’indifferenziato, così come la carta del macellaio oleata. A meno, ovviamente, che non sia indicato il contrario. Si può stare tranquilli per la carta cucina che, bagnata, va nell’organico e per l’alluminio, riciclabile, che a seconda dei regolamenti comunali (da consultare sempre) va smaltito nella plastica o nel vetro.
Le stoviglie. Attenzione alle posate di plastica, che vanno buttate nell’indifferenziato. I bicchieri comunemente detti di vetro, quando sono trattati con sostanze chimiche che li rendono resistenti agli sbalzi di temperatura, come i contenitori di Pyrex vanno invece avvolti in carta e gettati nell’indifferenziato.
Buste e sacchetti. Un capitolo a sé sono gli imballaggi di alimenti come patatine o mozzarella. Le bustine degli snack, essendo un poliaccoppiato, cioè plastica unita a un sottilissimo foglio di alluminio, si possono gettare nella plastica; per le buste degli affettati occorre separare la plastica da un eventuale foglio di carta e, se puliti, smaltirli di conseguenza; i sacchetti dei surgelati sono destinati al bidone dell’indifferenziato così come le buste delle mozzarelle, ricordando che d’estate è meglio chiuderli in piccoli sacchetti prima di gettarli nel sacco grande o nel bidoncino.