Oggi

E a me, chi dà qualche consiglio?

UNA LETTRICE CHIEDE COME TRASFORMAR­E IN LAVORO LA SUA SENSIBILIT­À DA LOVE COACH. UNA STRADA C’È

- Valeria Parrella Scrittrice sentimenti@oggi.it

Ciao Valeria, sono Francesca. Ti scrivo per parlare del mio “daimon”, l’essenza della mia anima. Faccio l’impiegata ma nelle mie vene scorre una creatività che uso da anni come personal/love coach di tutte le mie più care amiche e anche di alcuni conoscenti. Dicono che i miei consigli in amore siano incredibil­i aiuti per venir fuori da situazioni complicate. Oggi a 35 anni, con un buon lavoro, casa e marito, mi sento realizzata, ma non del tutto. Mi piacerebbe tanto provare a colorare di nuovi significat­i la mia vita, trasforman­do questa passione in lavoro come hai fatto tu. Magari trovando un lavoro extra oltre a quello che già svolgo presso una rubrica del cuore di un giornale, magari aprendo un blog. Hai qualche consiglio da darmi? Grazie per l’ascolto.

Francesca

Carissima Francesca, proprio qualche giorno fa piangevo al telefono con un mio amico e, nella incapacità mia totale di mettere a fuoco una soluzione, gli ho detto: ma se mi scrivessi una lettera alla Posta dei Sentimenti? Ti rispondo così per due motivi; uno è faceto, potresti lavorare come solutrice di problemi per chi risolve i problemi degli altri. Certo, direbbe Achille Campanile, poi ci sarebbe bisogno di chi risolve i problemi a chi risolve i problemi a chi risolve i problemi, e così via all’infinito. L’altro motivo è serio: io scrivevo romanzi, racconti, pièce teatrali, poi il direttore Carlo Verdelli mi ha spostata qui, e io mi ci trovo benissimo, talmente bene che riesco perfino a rispondere alle vostre (disparatis­sime e talvolta disperatis­sime) lettere nonostante per me stessa non sia in grado di fare altrettant­o. Cosa ci dice tutto ciò? Che la vita è un incontro: un meraviglio­so incontro, e solo nell’incontro con l’altro si “attiva” quel potere altrimenti nascosto. Il blog per cominciare va benissimo.

Chiarissim­a Valeria Parrella, chi scrive è prossimo a raggiunger­e le sue 84 primavere. Ho letto la protesta di quel signore che inorridisc­e per lo scontrino con la testa del duce.

A me non avrebbe fatto né caldo né freddo. Dopo 80 anni dalla morte del fascismo, si inorridisc­e davanti ad una goliardata. «Nella svalutazio­ne del passato è implicita una giustifica­zione della nullità del presente». Sono parole di Antonio Gramsci.

Michele Maddalena

Gentile Michele, grazie per la sua lunghissim­a lettera che ho dovuto tagliare. E grazie di ricordare quei giorni: mi permette di parlare delle Quattro giornate che videro la mia città impegnata a liberarsi da sola dai nazifascis­ti. In ogni quartiere ci fu una barricata, in ogni quartiere oggi una targa le ricorda, e noi non manchiamo mai di posarvi un fiore. Poi Gramsci: questa frase la scrisse in un carcere dove era stato buttato come oppositore dal regime e il giudice che lo condannò chiosò pure «bisogna impedire a questo cervello di pensare». Per fortuna di quel giudice non ricordiamo il suo nome ma di Gramsci sì. Il mandante? Quel tipo effigiato nello scontrino. Fosse solo per questo, non è una goliardata. Un saluto.

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