Il candidato di estrema destra alle presidenziali argentine può vincere?
Soprannominato «el loco», il matto, l’ultraliberista Javier Milei fa leva sugli argomenti più divisivi. Molto legato alla sorella Karina, ha dato ai suoi mastini i nomi di famosi economisti
Apochi giorni dalle presidenziali in Argentina, già si preannuncia il ballottaggio fra il ministro dell’Economia Sergio Massa, candidato dal peronismo, e l’anarco-capitalista Javier Milei. Personaggio carismatico e irriverente, che a sorpresa ha conquistato le primarie d’agosto e resta in testa ai sondaggi per il voto del 22 ottobre, con il 34-35%. Non abbastanza, però, per vincere al primo turno.
Lo “tsunami Milei” ha travolto la politica argentina. Diventato famoso recitando la parte dell’economista esagitato nei talk show televisivi, sempre affiancato dalla sorella Karina che chiama “el Jefe”
(il capo), oggi eccita le folle brandendo motoseghe ai comizi, promettendo di cacciare a «calci in culo» la «casta parassita» – a proposito, avrebbe preso spunto dalle campagne elettorali dei 5 Stelle – e autografando enormi biglietti da cento dollari con la sua effige, in vista di una salvifica “dollarizzazione” dell’economia.
Sui social impazzano le foto che lo ritraggono abbracciato ai suoi quattro cani mastini, cento chili l’uno e a suo dire clonati da un cane morto nel 2017, «mio figlio». Portano nomi di economisti che ammira: Milton (Friedman), Murray (Rothbard), Robert e Lucas (dal Nobel Robert Lucas). «Mi fido solo di loro», dice. Gli argentini, impoveriti dall’iperinflazione, sembrano però più interessati alla rivolta anti-sistema che a una riforma ultraliberista. E il “loco”
(matto) Milei, in fondo, è il classico populista autoritario che cavalca lo scontento, di destra solo perché il partito di governo è di sinistra. I voti della “collera” popolare gli rimarranno fedeli? Difficile pronosticarlo.