Il conflitto in Medio Oriente influirà sul destino dell’Ucraina?
Il presidente russo Vladimir Putin si frega le mani, convinto che l’Occidente non potrà sostenere uno sforzo psicologico e materiale su due fronti. Ma Kiev continuerà a combattere. Almeno fino alla prossima estate
In poco più di due settimane la “guerra di Gaza” è riuscita a oscurare la guerra in Ucraina. È la dura legge dei media, ed è anche il fatto che il conflitto israelo-palestinese ci è più familiare e conta consolidati sostenitori dell’una o dell’altra parte. Il massacro iniziale di tanti civili israeliani, immediatamente seguito da uno ancora maggiore di civili palestinesi, ha coperto le atrocità che continuamente soltanto i russi commettono sui civili ucraini, contribuendo ad alimentare la stanchezza per una guerra di cui non si intravede la fine. I governi occidentali sono costretti a concentrarsi anche sulla polveriera mediorientale, mentre gli Stati Uniti devono inviare a Israele quelle munizioni così preziose per Kiev. Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin si frega le mani, convinto che l’Occidente non potrà sostenere uno sforzo psicologico e materiale su due fronti e che un eventuale prolungamento e allargamento del conflitto mediorientale potrebbe regalargli quella vittoria che finora gli è sfuggita. Infine, la pluridecennale tolleranza nei confronti dell’occupazione israeliana della Cisgiordania alimenta le accuse rivolte alle democrazie occidentali del “doppio standard” applicato nei confronti di Tel Aviv e indebolisce la forza delle argomentazioni a difesa della sovranità ucraina.
Per quanto la guerra di Gaza eserciti un’influenza su quella in Ucraina, quest’ultima è destinata a durare ancora almeno fino alla prossima estate. Gli ucraini soffrono molto ma non sono disposti a lasciare il controllo del proprio destino nelle mani di Putin. Con o senza l’assistenza occidentale continuerebbero a combattere.