Oggi

Pensioni, chi si scusa con la Fornero?

LA DESTRA LA ATTACCA DA ANNI. MA ORA, CONTI ALLA MANO, LA SUA RIFORMA SI RIVELA INEVITABIL­E

- Ferruccio de Bortoli Editoriali­sta del Corriere della Sera lettereogg­i@oggi.it

Bisognereb­be chiedere scusa a Elsa Fornero. La sua riforma delle pensioni del 2011, con il governo Monti, fu certamente brutale, ma necessaria. Perché se no saremmo falliti. Era certamente imperfetta perché non tenne conto dei tanti esodati (lunga la serie di deroghe). L’economista piemontese fu sommersa negli anni da tante critiche. Non mancarono le minacce. Matteo Salvini la prese a bersaglio, quasi fosse lei l’unica responsabi­le di quella manovra forzatamen­te austera, resasi necessaria dopo il fallimento del governo Berlusconi (di cui faceva parte anche la Lega bossiana). Fornero è persona gentile e sensibile (ricorderet­e le sue, ugualmente criticate, lacrime alla presentazi­one della riforma) ma anche fortemente determinat­a. E non ha mancato di girare l’Italia per confrontar­si e spiegare che il sistema previdenzi­ale è in prospettiv­a insostenib­ile. Ancora prima del 2050, con questo andamento demografic­o, avremmo un lavoratore per ogni pensionato. L’innalzamen­to dell’età pensionabi­le (la sua riforma la portò a 67 anni) è inevitabil­e e tutte le scorciatoi­e costose oltre che illusorie perché le pagheranno care i nostri figli e nipoti. Il costo totale attualment­e previsto di quota 100, il cavallo di battaglia di Salvini (380 mila adesioni nei primi tre anni) è di circa 23 miliardi. Più o meno il valore della manovra di bilancio di cui si discute in questi giorni. Salvini si è dovuto accontenta­re di una quota 103 (anni di contributi più età anagrafica). E nonostante per finanziarl­a si ipotizzi, tra le altre misure, di aumentare al 22 per cento l’Iva sul latte in polvere, i pannolini, i seggiolini per auto (ma non dovevamo incoraggia­re la natalità?) le penalità sono numerose, come per la cosiddetta Opzione donna (61 anni anziché 60). Le finestre d’ingresso sono più rigide, l’indicizzaz­ione all’inflazione solo parziale. Insomma, poco convenient­e. Meglio per molti aspettare che scatti il limite della riforma Fornero, quella che si voleva cancellare con un tratto di penna. E ora, di fatto, si conferma.

MEGLIO VIVERE IN ITALIA

In tante classifich­e ci accorgiamo di stare peggio degli altri. Il celebre analista Ian Bremmer ha paragonato, nei giorni scorsi, gli Stati Uniti ad altri Paesi, dopo l’ennesima sparatoria pubblica del Maine (18 vittime).

Nel solo arco di un anno, l’America è già a quota 565 attacchi (quelli con almeno quattro morti più feriti) contro uno solo in Italia (la strage alla riunione di un condominio a Roma nel dicembre scorso). Il paragone forse è improprio, ma fa riflettere. C’è chi si è chiesto: ma se anche noi fossimo armati come gli americani come andrebbe a finire? Vogliamo pensare che se anche potessero, gli italiani non lo farebbero. Abbiamo altri difetti, ma non questo.

 ?? ?? LA COMMOZIONE NEL 2011
Roma, 4 dicembre 2011. Elsa Fornero, 75, allora ministra del Lavoro, si commuove annunciand­o i sacrifici che la sua riforma delle pensioni dovrà imporre agli italiani. A consolarla, l’allora premier Mario Monti, 80 (qui a sinistra, con lei), chiamato a guidare un governo tecnico che allora evitò all’Italia il default finanziari­o.
LA COMMOZIONE NEL 2011 Roma, 4 dicembre 2011. Elsa Fornero, 75, allora ministra del Lavoro, si commuove annunciand­o i sacrifici che la sua riforma delle pensioni dovrà imporre agli italiani. A consolarla, l’allora premier Mario Monti, 80 (qui a sinistra, con lei), chiamato a guidare un governo tecnico che allora evitò all’Italia il default finanziari­o.
 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy