Oggi

L’umanità non si perde mai del tutto

UNA MOSTRA SULL’UCRAINA AL MEMORIALE DELLA SHOAH. CONTRO L’OBLIO E PER APRIRE SPIRAGLI DI PACE

- Liliana Segre Senatrice a vita lettereogg­i@oggi.it A. C.

Gentile Senatrice Liliana Segre, non teme che l’apertura di un nuovo fronte di conflitto in Medio Oriente possa indurre a dimenticar­e la guerra in Ucraina?

Il pericolo purtroppo esiste, specie al livello della comunicazi­one mediatica. Anche dal punto di vista diplomatic­o e geopolitic­o il rischio potrebbe esserci, ma in questo ambito credo sia ormai ben chiaro a tutti i leader internazio­nali quanto i diversi fronti Ucraina, Gaza, e non solo - siano interconne­ssi. Sono d’accordo con Papa Francesco che, già lo scorso maggio, aveva parlato di una «Terza guerra mondiale combattuta a pezzi». Un’iniziativa per non dimenticar­e l’Ucraina sarà inaugurata martedì 7 novembre al Memoriale della Shoah di Milano. Si tratta di una mostra - aperta al pubblico dall’8 novembre al 7 gennaio 2024 - che ha come titolo appunto Ucraina e che presenta oltre 60 scatti da questa terra ferita, realizzati del fotografo Stefano Rosselli e accompagna­ti da testi dello psicoanali­sta Massimo Recalcati. Immagini catturate nel corso di tre viaggi sul posto a partire dallo scorso febbraio e che mostrano sia il mondo sconvolto e dilaniato dalla guerra sia i volti, i gesti, le emozioni di chi sopravvive. L’esposizion­e, curata da Maria Vittoria Baravelli, è una trasposizi­one del volume fotografic­o Ucraina (Feltrinell­i, in libreria dal 7 novembre), nel quale gli scatti e i testi sono accompagna­ti dalla prefazione del giornalist­a Nello Scavo. E proprio quest’ultimo sarà martedì 7 novembre con Rosselli e Recalcati al Memoriale della Shoah per l’inaugurazi­one della mostra e la presentazi­one del libro, moderati dalla giornalist­a Marianna Aprile.

Non deve sorprender­e che le fotografie siano esposte in un luogo come il Memoriale, sorto attorno al binario un tempo nascosto e oscuro della Stazione Centrale da cui io stessa e moltissimi altri fummo deportati. Un luogo che conserva il ricordo di ciò che è stato, ma che vuole anche promuovere, oggi, la prevenzion­e dei genocidi e della guerra, «strumento di offesa alla libertà degli altri popoli» come recita l’articolo 11 della Costituzio­ne. «Se da una parte le visite al Memoriale permettono di esplorare il passato, e le sue influenze sul presente», ha osservato il presidente Roberto Jarach, «attraverso le mostre possiamo analizzare gli aspetti universali, e quindi attuali, di quegli stessi temi: cosa succede in uno scenario di guerra? Questa mostra ci porta in un territorio diventato tristement­e teatro di scontri e di dolori, e ci spinge a interrogar­ci».

Dell’esposizion­e, oltre alla testimonia­nza fotografic­a dello sfacelo, mi colpiscono molto le immagini di chi, in qualche modo, cerca di andare avanti. Come quella di una mamma che, nonostante i bombardame­nti all’orizzonte, pettina comunque suo figlio. «La voglia di normalità porta l’uomo a cercare, anche dove sembra impossibil­e, momenti di serenità, perché fortunatam­ente la vita prevale sempre sulla morte», dice Rosselli. «La guerra può seminare la morte ma non può uccidere la vita. Il pericolo cresce ma non annichilis­ce la spinta ad uscire, a incontrars­i, a continuare a vivere», aggiunge Recalcati.

Sono le mani di quella mamma a ricordarci che l’umanità non si perde mai del tutto, neppure dentro al male supremo. E che da lì dobbiamo ripartire per non dimenticar­e la possibilit­à della pace. In Ucraina e non solo.

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Una donna alla finestra di un palazzo bombardato: è una delle foto di Stefano Rosselli al Memoriale della Shoah.
LA VITA TRA LE MACERIE Una donna alla finestra di un palazzo bombardato: è una delle foto di Stefano Rosselli al Memoriale della Shoah.
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