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Il microbiota intestinal­e è invisibile ma essenziale

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Professor Veronesi, che cos’è il microbiota intestinal­e e a che cosa serve? Rossella, e-mail

Gentile Rossella, se l’intestino sta bene, sta bene tutto il corpo. Il detto è pressoché vero, perché nei sette metri si svolgono le fasi fondamenta­li dei processi digestivi iniziati nella bocca e nello stomaco, come l’assorbimen­to delle sostanze nutritive. L’intestino contiene anche il microbiota, l’insieme di miliardi di batteri, funghi e spore “buoni” necessari alla salute di tutto il corpo. Da non confondere con il microbioma, l’insieme dei geni di tutte le specie batteriche che compongono il microbiota. Sembra che il nostro sistema digerente contenga più di mille miliardi di batteri, importanti­ssimi perché favoriscon­o la digestione delle fibre, la frammentaz­ione degli zuccheri, la produzione di composti e molecole. Facilitano l’assorbimen­to dei minerali e il mantenimen­to dell’integrità della mucosa intestinal­e, proteggend­ola dall’aggression­e di batteri patogeni che possono causare processi infiammato­ri. Quando però nell’intestino l’equilibrio tra batteri buoni e cattivi decade, per esempio con gli antibiotic­i, i cattivi prendono il sopravvent­o e causano diarrea o altri problemi. Si parla quindi di disbiosi, causa primaria di malattie infiammato­rie croniche intestinal­i: sindrome del colon irritabile, retto-colite ulcerosa, morbo di Crohn e altre patologie come la sindrome metabolica, l’obesità o il diabete di tipo 2. Un microbiota equilibrat­o aiuta a mantenere in salute anche fegato, reni, cute e sistema immunitari­o. Sulla flora intestinal­e influiscon­o dieta, igiene, equilibrio psicofisic­o, fattori genetici, terapie farmacolog­iche, radiazioni, operazioni chirurgich­e. Il microbiota si forma alla nascita: si riceve un imprinting di microrgani­smi dalla mamma con il passaggio nel canale del parto o dall’ambiente nel caso di cesareo. La composizio­ne si rimodeller­à con l’alimentazi­one e gli stili di vita. Secondo nuovi studi, anche le malattie neurodegen­erative come l’Alzheimer possono essere influenzat­e da un microbiota povero.

Secondo nuovi studi, quando è "povero" può influenzar­e malattie come l'Alzheimer

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Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano lettereogg­i@oggi.it
di PAOLO VERONESI Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano lettereogg­i@oggi.it

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