Come mai in Italia si muore di pioggia?
Tra le cause: precipitazioni più intense a causa dei mari caldi, fragilità di un territorio troppo cementificato, assenza di un servizio meteo nazionale e di una cultura dell’emergenza
Domenica 29 ottobre una discesa di aria polare si scontra in Nord America con masse d’aria calda in risalita dall’Atlantico. Il ciclone che così si genera, Ciarán, viene subito intercettato dai servizi meteorologici di tutto il mondo. Anche la sua traiettoria è chiara: il vortice, tre giorni dopo, transita sul canale della Manica, portando mareggiate, venti di tempesta e piogge forti su Cornovaglia, Bretagna e Belgio, prima di deviare verso il mare del Nord.
La perturbazione ai margini invece punta sul Mediterraneo, investendo la nostra penisola. Risultato? Dei 18 morti contati in tutta Europa, sette sono in Toscana. Perché? Innanzitutto per l’intensità delle precipitazioni: in 24 ore cadono fino a 200-300 litri di pioggia per metro quadro, contro i 50-100 registrati in Inghilterra, che pure è nell’occhio nel ciclone.
Passando su un mar Ligure più caldo di 3-4°C il sistema ha accumulato energia e umidità che ha scaricato poi tra Livorno e le Alpi Apuane. I nostri modelli non hanno però previsto lo stazionamento prolungato della linea temporalesca: non avere ancora un servizio meteo nazionale al pari di quello britannico, ad esempio, ma solo tanti enti regionali di previsione, ha un prezzo che si paga in termini di risorse e mezzi a disposizione. Tanto più che il nostro territorio ha un’orografia complessa (tanti monti e corsi d’acqua, valli strette) e un elevato rischio di alluvioni e frane, a causa di una cementificazione selvaggia e di un’eccessiva impermeabilizzazione del suolo. Gli italiani però non sembrano esserne consapevoli: tant’è che nonostante una allerta emanata da ore, alcune delle vittime sono morte annegate nell’auto, diventata una trappola. Un’incoscienza comune anche a chi ci governa: sebbene eventi estremi come il ciclone Ciarán siano destinati ad essere la normalità in un pianeta più caldo, il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici è da cinque anni in attesa di approvazione.