Il diritto all’oblio può valere anche per fatti recenti?
Una donna accusata di adulterio dall’ex fidanzato con un video diventato virale chiede la cancellazione della vicenda dai siti web
Il diritto all’oblio tutela l’interesse a non rimanere esposti, oltre il necessario, alle conseguenze spiacevoli che possono derivare dall’essere stati protagonisti, in passato, di vicende negative, finite sui giornali e soprattutto sui siti web che le rendono sempre visibili. Il maturare del diritto all’oblio, dunque, è strettamente collegato al passare del tempo che, a un certo punto, può rendere obsoleta la notizia, in precedenza legittimamente divulgata perché vera e di interesse pubblico.
La legge non fissa un termine oltre il quale il diritto può essere esercitato, essendo il permanere o il venir meno dell’interesse della notizia strettamente legato alla notorietà dell’interessato, alla rilevanza della vicenda, al clamore che ha suscitato e alla sua definitiva conclusione. Nel caso in cui il titolare del sito su cui l’articolo è collocato ritenga che il tempo trascorso sia sufficiente per intervenire, non dovrà cancellarlo o rimuoverlo come quasi sempre chiedono gli interessati per essere certi che scompaia per sempre. A tutela della memoria collettiva, infatti, la cancellazione può avvenire solo in casi eccezionali, per esempio quando contiene fatti falsi e diffamatori. L’articolo potrà rimanere nell’archivio del sito dove già si trova e dovrà essere solo deindicizzato, cioè sottratto ai motori di ricerca che non lo renderanno più visualizzabile digitando le generalità del richiedente.
Sarà tuttavia a disposizione dell’utente, che potrà visionarlo, accedendo all’archivio, dove sarà consultabile per ragioni di ricerca e di studio, ma anche per evitare che il nostro passato sparisca ingoiato dal buco nero dell’oblio indiscriminato.