MI SONO PRESO QUESTA RAI SULLE SPALLE
Il nuovo corso della tv pubblica arranca. Il solo vero successo è FIORELLO che salva faccia e ascolti della "nuova narrazione" meloniana. Lui ci scherza, punzecchia. E intanto fa cambiare il prezzo per i voli in Sicilia
Sono giorni in cui quando si tocca il tema dei risultati della Rai meloniana scatta il Rosario. Non quello che, in diretta da Lourdes, su Tv2000 fa ascolti da prima serata, ma Rosario Tindaro Fiorello, in arte Fiorello, nei fatti novello Atlante della tv di Stato. Come il titano della mitologia greca, lo showman siciliano sembra esser stato attirato con la promessa di una cosa facile e divertente (un programma del mattino, alle 7, su Rai 2) per poi scoprire di dovere sostenere un’impresa molto più faticosa e importante: salvare ascolti e faccia della “nuova narrazione” della tv pubblica targata Meloni. Atlante si ritrovò - gabbato da Eracle - a sorreggere la volta celeste, Fiorello sulle spalle ha la Rai. E ne è consapevole; alla vigilia del debutto ha ammesso: «Non pensavamo che VivaRai2 potesse avere un successo di questa portata; e non potevamo pensare che questa cosa trainasse addirittura una rete. Siamo contenti ma non bisogna sedersi, la débâcle è dietro l’angolo». Aldo Grasso sul Corriere della Sera lo ha chiamato Effetto Fiorello (e ha proposto all’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio di nominare Fiore direttore di rete ad honorem), una specie di doping che col suo 20% di share salva la media degli ascolti e la reputazione di Rai 2 (quindi della Rai tutta, essendo il secondo canale quello più associato al nuovo corso meloniano).
Fiorello lo sa e si prende la libertà di ridere e far ridere su questo e su tutto il resto. Persino su quella che al momento è la principale spina nel fianco della nuova dirigenza (e del governo): Report di Sigfrido Ranucci. Ranucci viene convocato in audizione dalla Commissione di vigilanza Rai (e attaccato, carota in mano, dal vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri)? Fiorello tuona: «Qualsiasi cosa abbia detto o fatto noi stiamo con Ranucci. Se ci levate pure Ranucci da Rai 3 poi vi toccano questi eh (indicando i sodali Fabrizio Biggio e Mauro Casciari, ndr). Ranucci, vai lì e fatti sentire». Così, in diretta, l’uomo per cui la nuova dirigenza Rai si spella le mani prende le difese di quello che per molti di
loro avrebbe dovuto condividere le sorti di Berlinguer, Gramellini, Fazio, Augias, Saviano e gli altri: andarsene altrove. Un corto circuito, specialità della casa a VivaRai2.
DA RAI 3 A RAI CEPU
Se a puntare il dito sull’impoverimento dell’offerta Rai è un critico o uno dell’opposizione è bagarre. Se lo fa Fiorello ci si ride su: «Purtroppo funziona così in questo momento, tutti stanno andando a La7. Ormai il livello culturale della Rai si sta abbassando, siamo alla prima elementare. Pensate che Rai 3, che era la rete della cultura, ora si chiama Rai Cepu. Fate qualcosa! Sapete a chi la faranno dirigere ora? A Milo Infante, che però è diplomato eh. Ormai La7 è talmente di cultura che Cairo la Gazzetta dello Sport la pubblica di nascosto. Basta andare a La7 e ti danno una laurea». Che è come urlare «Il Re è nudo» stando però comodamente seduti sul suo trono. Un trono da cui Fiorello può permettersi anche di parodiare – col TgBello, nei panni di Manuelo Moreno – la tendenza del Tg2 a dare notizie forzosamente rassicuranti. In una Rai in cui ogni cosa è drammatizzata (ci perdonerà Jonathan Safran Foer per l’ardita parafrasi), Fiorello sdrammatizza i problemi nel tentativo di avviarli se non a una soluzione almeno a una presa di coscienza collettiva. Lui scherza e tutti si sentono in dovere di prenderlo maledettamente sul serio. Come con la questione del caro-voli per chi vuole tornare in Sicilia per le Feste. «Noi poveri siciliani, costretti a prendere aerei privati e a viaggiare con la Briatore Airlines, dove Flavio passa col carrellino offrendo caviale e aragosta. Se un biglietto costa 500 euro e otto siciliani si mettono insieme e prendono un volo privato da otto per 4 mila euro, conviene», dice Rosario Tindaro da Augusta. Risate e uno pensa sia finita lì. Ma 24 ore più tardi il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani fa un video in cui, riferendosi al «Caro Fiorello» (mica ai siciliani che da anni si svenano per tornare a casa) annuncia: «Il governo ha stanziato oggi 20 milioni di euro per fare in modo che i residenti in Sicilia paghino di meno». Venti milioni in 24 ore dopo anni di Feste rovinate. Ci voleva Fiorello. Altro corto circuito.
GIOCA SEMPRE SOLO PER SÉ
Ormai La7 è talmente di cultura che basta andarci e ti danno una laurea — Fiorello
Con buona pace dei siciliani di ritorno, la principale beneficiaria delle “fiorellate” resta la Rai. Anche per la capacità di Rosario di disinnescare polemiche. Esempio: dopo il flop del Mercante in Fiera (Rai 2) a Pino Insegno è saltata la conduzione de L’Eredità. Polemiche, qualcuno avanza l’ipotesi del ritorno di “Insinna di Montecristo”, finché VivaRai2 non lancia il petardo: «La condurrà il generale Figliuolo». Risate. Ma Figliuolo è pur sempre l’uomo delle emergenze ed evocarlo restituisce tutto il trambusto causato dal flop di Insegno, meloniano doc. Intendiamoci: anche Fiorello ha più volte raccontato di essere amico di Meloni (che fu, come si sa, baby sitter di sua figlia). Per dire, il rapporto tra i due è tale che a VivaRai2 la premier gli scherzi telefonici li fa e non li subisce (lo scorso anno fu lei a chiamare Fiorello imitando se stessa). Ma, amicizia a parte, Fiorello funziona perché guardandolo è chiaro che la partita che gioca è solo quella di VivaRai2, sempre più “il posto” dove le cose succedono, dove Amadeus annuncia la co-conduzione di Marco Mengoni a Sanremo 2024; dove Totti fa pace dopo anni con l’ex ct Spalletti con una semplice telefonata. Da Fiorello tutto s’appiana. Anche le polemiche sulla Rai. Almeno per chi si sveglia presto.
Sarà il generale Figliuolo a condurre L’Eredità al posto di Pino Insegno — Fiorello