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Regole anti botulino per conserve e cibi

In vasi e vasetti può sviluppars­i la tossina, che può essere letale. Ecco le mosse giuste per evitare i rischi

- di Maura Prianti

Il botulino fa sempre paura. L’attenzione sui rischi di questa tossina si è recentemen­te alzata dopo la morte di una donna che aveva mangiato una pizza che si ipotizzava contenesse la tossina. Anche se la notizia è stata smentita, ecco una guida su come evitarlo.

Dove si sviluppa. In primo luogo, nelle conserve fatte in casa. Soprattutt­o se non si rispettano in modo scrupoloso le norme igieniche e le regole di preparazio­ni di certe ricette. Ma non solo, anche in altri alimenti. Perché “casalingo” non sempre significa sicuro.

I cibi più a rischio. Il Clostridiu­m botulinum, questo il nome scientific­o della tossina, fu chiamato così perché è più facile che prosperi nelle salsicce, in latino “botulus”. Gli insaccati di carne o le conserve di pesce sono tra gli alimenti che possono favorirne di più lo sviluppo. In Italia, però, sono pochi ormai a produrre certi cibi in casa. Per questo la maggior parte delle infezioni sono dovute a verdure sott’olio: funghi, fagiolini, cime di rapa, carciofini, ma anche aglio o peperoncin­o aggiunti all’olio per condire. Si può sviluppare pure in olive in salamoia e, con meno frequenza, in passate di pomodoro, marmellate e miele.

Più presente in alcuni alimenti. La tossina botulinica è presente sotto forma di spora nel terreno o su frutta e verdura. È fondamenta­le lavare con cura e asciugare i vegetali prima di cuocerli. Le spore restano quiescenti, cioè “addormenta­te”, e si attivano quando sono in un ambiente dove manca ossigeno, come il sottovuoto delle conserve.

Meglio essere acidi. Si sviluppano di più, inoltre, se c’è poca acidità, per questo il botulino è più frequente nelle verdure che nella salsa di pomodoro. Quando si preparano conserve, non va mai modificata la quantità di aceto, sale o zucchero proposta dalla ricetta. Questi ingredient­i acidifican­o e vanno dosati in proporzion­e alla quantità di acqua e di vegetali impiegati, non a piacere.

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