Che cos’è la carne coltivata?
Si ottiene da cellule staminalli "moltiplicate" in laboratorio. Si mangia già a Singapore (in modeste quantità) e presto anche in Israele e Stati Uniti. In Italia è stato approvato un disegno di legge che la vieta
La carne coltivata è un prodotto di carne animale originata dalle cellule staminali. Inizialmente, viene eseguito un prelievo cellulare da un animale vivo attraverso una biopsia indolore. Queste cellule vengono poi trasferite all’interno di un bioreattore, che è un contenitore dove le cellule si moltiplicano in un ambiente controllato e in condizioni costanti. Per capirci, anche i fermentatori dove si producono lo yogurt e la birra sono dei bioreattori. Il primo hamburger di carne coltivata venne prodotto e presentato al pubblico nel 2013 a Londra, dove venne testato da due assaggiatori. Entrambi hanno constatato che non essendoci grassi, questa carne risulti meno succosa e meno gustosa. Ma hanno poi aggiunto che ha una consistenza uguale a quella della normale carne macinata. L’hamburger era stato prodotto da scienziati della Maastricht University in Olanda, i quali avevano prelevato le cellule staminali da una mucca e le avevano fatte crescere per formare strisce muscolari e infine un hamburger. Quei primi 200 gr di carne bovina coltivata costarono la bellezza di 350 mila dollari. In dieci anni il prezzo è calato, ma non è ancora competitivo con quello della carne ottenuta con la macellazione. A oggi questo prodotto è stato autorizzato solo a Singapore, mentre negli Stati Uniti e in Israele il processo autorizzativo è ancora in corso. In teoria la carne coltivata garantisce molti vantaggi. In particolare, verrebbero abbattute le emissioni di gas serra, si ridurrebbe il consumo di suolo e il consumo di acqua; si eviterebbero trattamenti crudeli agli animali e si garantirebbe un alimento privo di patogeni pericolosi per l’uomo.